L'interruttore

Il mondo dell'energia sotto una nuova luce

Archivio per il tag “Brindisi”

Brindisi, i nuovi dome per l’efficienza targata Enel

ENEL-FEDERICOII-130hDimensioni equivalenti a due stadi di calcio, colpo d’occhio pari a quello di un palazzetto dello sport. A Brindisi, nella centrale Enel Federico II, sono ora operativi due dome, ovvero carbonili coperti che avranno la capacità di stoccare e movimentare, in sicurezza e con il massimo rispetto dell’ambiente, ben 180.000 tonnellate di carbone ciascuno.

Con 1.200 m³ di struttura principale, 1.300 m³ di pannelli, oltre 400 travi principali e 300 triangoli di copertura, i due dome costituiscono le cupole geodetiche in legno lamellare più grandi d’Europa. La copertura in legno lamellare, materiale molto resistente sia dal punto di vista meccanico sia in caso di incendio, garantisce un panorama atipico per una struttura industriale.

Tutti i carichi di combustibile saranno gestiti interamente al coperto. Nel suo percorso dal molo alla centrale il carbone non vedrà più la luce del sole, sia se destinato allo stoccaggio, che alla combustione diretta in caldaia. I dome rappresentano attualmente il più grande progetto ambientale di Enel in Italia, l’ultimo di una serie di investimenti nella città di Brindisi che ospita la più grande centrale a carbone nel nostro Paese.

“Il progetto rappresenta dal punto di vista ambientale quanto di meglio si possa fare oggi a livello mondiale. Si tratta di un impianto che già rispetta abbondantemente i limiti di legge sul piano delle emissioni, ma l’obiettivo è fare anche meglio di quanto prevede la normativa” ha dichiarato Fausto Bassi, responsabile Unità di Business Brindisi di Enel.

La sicurezza, in linea con le priorità aziendali, ha rappresentato la stella polare del progetto. Sono state erogate più di mille ore di formazione alle ditte appaltatrici, mentre l’utilizzo di materiali prefabbricati (sia nella parte meccanica che in quella civile), con l’ausilio di mezzi di sollevamento di ultima generazione, ha permesso di ridurre le attività in quota. Le strutture dei dome, integrate con nastri trasportatori, saranno completamente automatizzate e richiederanno la presenza di operatori solo per controlli periodici.

 

Scuola e lavoro crescono insieme a Enel

brindisi_enel_miur“Una nuova strada per la formazione in Italia”, “che serve alle aziende ma soprattutto ai ragazzi”. Per il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, il programma scuola-lavoro avviato da Enel con gli studenti di 7 istituti tecnici di altrettante città italiane rende il tanto invocato dialogo tra scuola e mondo del lavoro “non più teorico ma reale”.

Incontrando i 20 ragazzi di Brindisi che partecipano al progetto, Toccafondi ha ricordato che l’iniziativa varata da Enel insieme a ministeri del Lavoro e dell’Istruzione, Regioni e sindacati rappresenta una modalità per “combattere la disoccupazione giovanile, che ha raggiunto nel nostro Paese la percentuale drammatica del 44%”.

La Centrale Enel Federico II ha ospitato i 20 studenti brindisini dell’istituto superiore ITIS Giorgi il 5 novembre. Con loro anche i genitori e le rappresentanze dei vari soggetti coinvolti nell’iniziativa: il sindaco di Brindisi Cosimo Consales, il presidente della Provincia di Brindisi Maurizio Bruno, l’assessore all’Istruzione della Regione Puglia Alba Sasso, il responsabile dell’ufficio scolastico regionale Vincenzo Melilli, il preside dell’ITIS Giorgi Maria Luisa Sardelli, il responsabile della produzione Enel di Brindisi Francesco Bertoli, e il responsabile Enel Infrastrutture e Reti Puglia e Basilicata Roberto Zanchi.

Gli studenti sono stati assunti dal gruppo Enel con un contratto di apprendistato, che inizia durante il quarto anno scolastico e si conclude col diploma. Un’opportunità di lavoro che si arricchisce anche con la possibilità per i ragazzi di continuare l’esperienza formativa per un altro anno in base alla valutazione di merito. Lo scopo del progetto è quello di far vivere agli studenti un percorso con contenuti teorici più affini alle esigenze industriali arricchito, soprattutto, da una parte pratica finalizzata a completare la loro formazione individuale.

Gli istituti tecnici interessati dal programma, oltre all’ITIS Giorgi di Brindisi, sono: l’istituto “Avogadro” di Torino, il “Pacinotti” di Mestre, il “Marconi” di Piacenza, il “Meucci” di Firenze, il “Marconi” di Civitavecchia, il “Gadda-Fermi” di Napoli.

“È un percorso diverso, sicuramente più faticoso ma che darà loro competenze lavorative vere da spendere subito dopo la fine del quinto anno” ha affermato Toccafondi augurandosi “che questa esperienza costruita insieme ai protagonisti della scuola, diventi modello replicabile per altre esperienze con altre aziende in tutto il Paese” e ringraziando Enel che “ha accettato immediatamente il dialogo con la scuola diventando promotore e apripista di questa sperimentazione”.

I numeri del progetto Enel di alternanza scuola-lavoro rivelano che l’iniziativa incontra la domanda degli studenti e delle scuole stesse. Su 145 posti disponibili ben 452, infatti, sono state le domande dei ragazzi. I giovani in quarta svolgeranno circa 650 ore direttamente in azienda e in quinta 350, per un totale di circa 1000 ore in due anni. È un percorso impegnativo ma, come ha sottolineato il sottosegretario del Miur, “gli studenti sono i primi a comprendere l’utilità dello strumento” che nasce dall’esigenza di inserire diplomati nelle posizioni tecnico-operative aziendali evitando periodi lunghi di formazione post diploma.  Di qui il progetto di anticipare l’ingresso degli apprendisti in azienda collaborando con la scuola, al fine di condividere un percorso con contenuti teorici più allineati alle esigenze industriali e con la parte pratica finalizzata a completare la formazione individuale.

Il programma sperimentale mira a conseguire il diploma di istruzione tecnica avendo già maturato un’esperienza di lavoro, presupposto per una successiva qualifica professionale. Dei 20 giovani studenti brindisini, 12 saranno collocati in Enel all’interno della Distribuzione e 8 nella Produzione di energia elettrica presso la centrale “Federico II”. Nei giorni scorsi, infatti, i ragazzi hanno incontrato a Brindisi, in centrale i rispettivi Direttori delle aree a cui saranno assegnati.

L’innovazione “made in Enel”: i Centri di Ricerca

ricerca_enel_brindisi76 milioni di euro investiti nel 2013 in attività di ricerca e innovazione in tutti i campi del settore elettrico, dalla generazione tradizionale alle rinnovabili, dall’accumulo energetico alle smart grids e alla mobilità elettrica.

Attività portate avanti da una squadra di circa 160 ricercatori nei tre centri di ricerca di Pisa, Brindisi e Catania, nelle aree sperimentali di Livorno e Sesta, nei due laboratori chimici di Pisa e Brindisi e in quattro Laboratori Cross-Tech, dedicati alla sperimentazione nelle aree: Accumulo, Domotica, Cybersecurity e Tecnologie Solari.

Da questi avamposti dell’innovazione Enel opera nell’ambito di un vero e proprio network di ricerca, in collaborazione con Enti e Istituti di ricerca (ENEA, CNR, INGV, OGS e altri) e con numerose Università italiane.

Un impegno che ha permesso alla divisione Ricerca e Ingegneria di depositare 19 domande di brevetto negli ultimi tre anni, e all’azienda di aggiudicarsi numerosi premi e riconoscimenti. L’ultimo in ordine di tempo è il premio “Ansys Best Paper Award – settore Industrial”, ricevuto lo scorso maggio a Milano nell’ambito della conferenza “Ansys User Meeting”.

Enel ha presentato i risultati della ricerca relativa all’ “applicazione della modellistica CFD allo studio dei sistemi di generazione termoelettrica e geo-termoelettrica”, illustrando alcune applicazioni della modellazione fluidodinamica finalizzate all’ottimizzazione delle prestazioni degli impianti di generazione.

La sede centrale di tutte le attività di ricerca del Gruppo Enel è Pisa, mentre presso l’area sperimentale di Livorno sono in corso progetti e sperimentazioni che interessano in particolare le tecnologie rinnovabili: dai sistemi di accumulo di energia prodotta da fonti rinnovabili, agli impianti innovativi a biomasse e geotermici. Nelle due città toscane lavorano anche i giovani più brillanti che si sono laureati nelle università pisane di Sant’Anna e della Scuola Normale.

A Brindisi si concentrano gli studi sulla valutazione dello stato del suolo, del sottosuolo e delle acque sotterranee, nonché nella decontaminazione e riqualificazione di siti e nell’inserimento paesaggistico ed ambientale degli impianti. Il Centro lavora inoltre per la valorizzazione e il riutilizzo dei residui del settore elettrico e per l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse energetiche del territorio.

Il Centro di Ricerca di Catania, invece, è un punto di riferimento sia per il solare termodinamico (in stretto contatto con la centrale Archimede), sia per il fotovoltaico, per il quale si studia il rendimento dei vari sistemi in diverse condizioni di funzionamento, si valuta la capacità di resistenza dei pannelli a condizioni ambientali estreme, si sperimentano nuove soluzioni tecnologiche per minimizzare i costi.

L’auto elettrica accelera con Enel

mobilita_elettrica3La mobilità sostenibile è un tema fondamentale per lo sviluppo del Paese, da un punto di vista economico e ambientale. È un settore in cui il Gruppo Enel svolge un’attività determinante: lo sviluppo della mobilità elettrica e la diffusione dei veicoli elettrici passano necessariamente per la disponibilità di infrastrutture di ricarica.

Attraverso accordi con stakeholder istituzionali e soggetti privati, Enel Distribuzione sta operando da anni per favorire questo processo, incrementando il numero di punti di rifornimento presenti sul territorio italiano e semplificando le procedure di ricarica da un punto di vista tecnico ed economico.

Mercoledì 5 marzo, per esempio, in occasione dell’apertura del nuovo Ikea Store di Pisa, sono state inaugurate due infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, posizionate nei parcheggi davanti all’ingresso principale del negozio. Un evento che si inserisce nell’ambito del protocollo d’intesa che l’azienda ha firmato con IKEA nel dicembre 2013.

Altra iniziativa recente è l’indagine online lanciata da Enel Distribuzione, nell’ambito progetto europeo “Green eMotion”, coordinato proprio da Enel Distribuzione. Il questionario, ancora disponibile on line, parte dalle abitudini reali nell’utilizzo dell’auto di ogni partecipante all’indagine, e lo guida in un percorso nel quale l’ipotesi di un cambio di veicolo diventa l’occasione sia per conoscere le performance dell’auto elettrica rispetto a quella a carburante, sia i differenti costi e benefici per l’ambiente offerti dalle due soluzioni. Partecipando all’indagine è inoltre possibile conoscere informazioni sui benefici ambientali della mobilità sostenibile e avere dettagli anche sulla distribuzione delle infrastrutture di ricarica nelle varie province italiane.

Dal punto di vista tecnologico, cospicuo è stato l’impegno speso da Enel sul piano dell’innovazione, per favorire la penetrazione dei veicoli elettrici nelle aree urbane attraverso sistemi e modalità di ricariche efficienti. E altrettanto intensa è stata l’attività svolta sul piano della cooperazione con le amministrazioni pubbliche, concretizzatasi attraverso numerosi accordi con importanti municipalità ed enti territoriali.

Gli ultimi, in ordine di tempo, sono quelli con il Comune di Cesena, che dopo la prima colonnina per la ricarica installata nell’aprile del 2013 ha visto l’attivazione di altri punti in altrettante zone strategiche per il traffico cittadino, e quelle con i Comuni di Brindisi e Lecce, che a febbraio hanno inaugurato le loro prime colonnine, rispettivamente 8 e 5.

Enel, le fonti fossili e la sostenibilità

carbone_laspeziaLa Cina, l’India ma anche la verde Germania. I Paesi che si affidano al carbone per rispondere alla domanda energetica interna sono tanti e molto diversi tra loro. Nella scelta di affidarsi alla fonte fossile per eccellenza alcuni guardano ai risvolti economici sacrificando quelli ambientali, ma la sfida che attende tutti i Paesi, emergenti, in via di sviluppo e industrializzati, è proprio quella di garantire la sostenibilità a 360 gradi coniugando gli aspetti economici con quelli ambientali e sociali.

L’esperienza di Enel negli impianti di Civitavecchia, Brindisi e La Spezia documenta che una strada sostenibile per l’utilizzo del carbone nel settore elettrico è possibile.

  • I sistemi innovativi della centrale di Torrevaldaliga Nord, offrono già oggi performance di efficienza e compatibilità ambientale sino a qualche tempo fa impensate a livello industriale e studiate come case history di successo tanto dall’Environmental Protection Agency del governo Usa quanto dalla Conferenza internazionale sulle tecnologie per il carbone ad alta efficienza;
  • La centrale Federico II di Brindisi sta cambiando aspetto grazie alla costruzione dei dome, i due carbonili a cupola sul modello di Torrevaldaliga Nord, che insieme ai nuovi nastri trasportatori chiusi miglioreranno sicurezza e ambientalizzazione nello stoccaggio del combustibile;
  • La centrale di La Spezia è inclusa nell’elenco degli impianti di Enel in Italia che hanno imboccato da tempo la strada delle sostenibilità. Lo documenta il fatto che ha ottenuto già nel 2005 la registrazione EMAS, il regolamento europeo che certifica le buone prestazioni ambientali dell’impianto e la volontà di miglioramento continuo, e il rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) avvenuto nel settembre 2013 da parte del ministero dell’Ambiente italiano.

Percorrere la strada della sostenibilità ambientale è indispensabile soprattutto in un contesto globale dove l’utilizzo del carbone è destinato a crescere anche per il prossimo quinquennio. Per l’Agenzia internazionale dell’energia la domanda della fonte fossile per eccellenza è destinata a crescere del 2,3% l’anno da qui al 2018, una stima che lascia il carbone sul gradino più alto del podio nella corsa con gas e petrolio per la produzione di energia.

Investimenti e innovazione sono strade obbligate e anche in questo gli impianti di Civitavecchia, La Spezia e Brindisi sono di esempio. Per il solo impianto in Puglia Enel ha previsto uno stanziamento di oltre 130 milioni di euro e circa 39 mesi totali di lavoro duranti i quali saranno impiegate 300 persone che andranno ad aggiungersi ai 1000 occupati stabili già garantiti dalla centrale e le società terze coinvolte nell’indotto dell’impianto.

Enel, nuove assunzioni in vista alla “Federico II” di Brindisi

enel_150x106Età massima di 29 anni, residenza nella provincia di Brindisi, diploma in discipline tecnico-professionali o titoli equiparati.

Sono i requisiti necessari per partecipare alle selezioni per l’assunzione presso la centrale “Federico II” di Brindisi, inviando il proprio curriculum entro il 31 dicembre 2013 sull’ apposita pagina del sito enel.it.

L’azienda conferma dunque il proprio impegno a dare nuovo impulso all’occupazione del territorio. Un’inversione di tendenza nel mercato del lavoro, dove anche nel settore della produzione energetica si registrano più ‘allontanamenti’ che ‘ingressi’.

Le selezioni sono inserite nell’ambito della nuova campagna di assunzioni di Enel, che prevede l’inserimento in azienda di circa 1500 giovani in tutta Italia.

“Noi assumiamo almeno 1.500 giovani che inseriamo nella nostra azienda in continuazione di una politica che abbiamo sempre attivato in questi ultimi anni. Da dieci anni a questa parte abbiamo assunto più di novemila persone, più di mille negli ultimi due, e quindi questi 1.500 si aggiungono ad una politica di attenzione ai giovani, al pieno impiego e alla sostenibilità sociale del nostro essere un’azienda leader nel nostro settore in Italia” ha dichiarato l’ad Fulvio Conti.

Ad oggi, sono circa 100 le assunzioni di giovani brindisini già effettuate da Enel per la centrale “Federico II” dal 2005.

– See more at: http://enelsharing.enel.com/fonte/enel-nuove-assunzioni-alla-%E2%80%9Cfederico-ii%E2%80%9D-di-brindisi/#sthash.9hBlS8Yc.dpuf

Enel e l’importanza della CCS

ccs_enel_impianto_brindisi_1Le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica non saranno sufficienti a contenere l’aumento delle emissioni di gas serra. Secondo l’International Energy Agency (IEA), a metà secolo le fonti fossili copriranno ancora oltre il 45% della domanda energetica mondiale; i Paesi emergenti, in particolare, non potranno rinunciare al carbone, la fonte più conveniente sul piano economico e più abbondante, distribuita e di facile gestione sul piano industriale.

Di fronte a questa prospettiva, il ricorso alle tecnologie di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS, dall’inglese Carbon Capture and Storage) diventa un’opzione irrinunciabile. Sia l’IEA sia l’Unione Europea indicano la CCS come una componente importante del ventaglio di soluzioni necessarie per la transizione verso un sistema energetico più sostenibile.

In questo contesto Enel è protagonista dello sviluppo tecnologico del settore, con attività di ricerca in tutte le principali applicazioni e in particolare nella tecnica della post-combustione, cioè l’estrazione dell’anidride carbonica (CO2) dai gas prodotti dalla combustione.

L’impianto pilota di Brindisi è il fiore all’occhiello di questa attività. La tecnica utilizzata, intervenendo a valle del processo di combustione con sorbenti chimici, rende possibile la separazione dell’anidride carbonica dai fumi, separando 2,5 tonnellate di CO2 all’ora, fino a un massimo di 8.000 tonnellate annue.

In concreto l’impianto di Brindisi ha di fatto dimostrato che la tecnologia è praticamente pronta in termini di fattibilità e di esecutività, quanto meno per impianti di taglia fino a 5 MW. Ma si tratta anche di una tecnologia implementabile su impianti di grande taglia, come conferma la partecipazione di Enel a un progetto per la realizzazione di un grande impianto di CCS.

Carbone, l’efficienza di Enel a 360°

carbone_enelIl carbone è oggi la seconda fonte di energia al mondo (dopo il petrolio) e la prima per quanto concerne la generazione di elettricità: copre il 28% della domanda complessiva di energia e il 42% di quella elettrica.

Negli ultimi tredici anni è stata la fonte che in termini assoluti ha conosciuto la maggiore crescita: circa dieci volte quella registrata dalle rinnovabili, due volte quella del gas e tre volte quella del petrolio. E nei prossimi vent’anni sarà ancora la fonte che più delle altre soddisferà l’incremento di energia nel mondo, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia.

In questo quadro, per progredire verso un sistema energetico a basse emissioni, la sfida da vincere è quella dell’efficienza. Occorre cioè fare in modo che il carbone – su cui molti Paesi sia industrializzati sia in via di sviluppo fanno affidamento, per ragioni economiche e di sicurezza energetica – possa continuare ad essere utilizzato con sempre minori impatti ambientali e ridotte emissioni.

È una sfida che si vince soprattutto con l’innovazione tecnologica.

Il gruppo Enel sta investendo da tempo risorse ingenti in questa direzione, conquistando sul campo la leadership del carbone efficiente.

Ne è un esempio l’impianto di Torrevaldaliga Nord (Civitavecchia), che è oggi una delle centrali a carbone più avanzate per efficienza e ridotto impatto ambientale.

L’intero ciclo di lavorazione della centrale è stato progettato per tutelare l’ambiente: dalla movimentazione e stoccaggio del minerale, che utilizza strutture chiuse e depressurizzate per impedire ogni dispersione di polveri nell’ambiente, alle caldaie ultrasupercritiche, che ottengono rendimenti record per questo tipo di centrali; dagli avanzatisistemi di pulizia dei fumi, che assicurano una rimozione pressoché totale del particolato e una eccezionale riduzione degli altri inquinanti, fino all’innovativo sistema di  trattamento delle acque reflue.

Tutte cose concrete, che dimostrano come la strada del carbone efficiente siaun’opzione realistica e praticabile.

Enel per un carbone sempre più sostenibile

carbone_pvsIl carbone è la prima fonte di elettricità al mondo. E il suo consumo è destinato a crescere, soprattutto nei Paesi dell’Est e del Sud del mondo. Già oggi, la Cina da sola copre più di metà dei consumi mondiali, e i Paesi in via di sviluppo nel loro complesso arrivano al 71,8%: i Paesi industrializzati dell’Ocse si fermano al 28,2.

Secondo le previsioni, questo fenomeno sarà sempre più marcato: la crescita dei Paesi emergenti comporta un forte aumento della domanda di energia, e il carbone è quasi sempre la fonte più economica e più disponibile.

In questa ottica, l’uso del carbone è in linea con uno dei principali obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite: i cosiddetti “obiettivi del Millennio”, cioè  l’accesso all’energia per tutti, anche per quanti (non meno di 1,2 miliardi di persone) ancora oggi non possono nemmeno accendere una singola lampadina, perché non hanno accesso all’elettricità.

D’altra parte, un altro degli “obiettivi del Millennio” punta a controllare il riscaldamento globale, prevalentemente attraverso la riduzione le emissioni di gas serra.

Due obiettivi ugualmente importanti, dunque, che devono necessariamente trovare un equilibrio: da un latoil carbone gioca in favore della sostenibilità sociale, dall’altro occorre migliorare la sua sostenibilità ambientale.

La soluzione non può venire che dall’innovazione. E, infatti, in tutto il mondo un gran numero di ricercatori è al lavoro su nuove tecnologie per un utilizzo pulito del carbone.

Il gruppo Enel è in prima fila in questa direzione: gli impianti di Civitavecchia e Brindisi in Italia, e quello di Compostilla in Spagna, sono all’avanguardia per quanto riguarda l’uso più efficiente (e quindi più ecosostenibile) del carbone e la riduzione delle emissioni. A conferma del valore di queste sperimentazioni, Enel ha firmato un accordo per esportare le proprie tecnologie per il carbone pulito in Cina: uno dei Paesi che ne avrà più bisogno.

Il carbone e l’efficienza energetica di Enel

tvn_2139Parafrasando lo slogan di una famosa pubblicità, si potrebbe dire che “la potenza è nulla senza efficienza”. In uno scenario energetico globale profondamente segnato da mutamenti anche epocali come lo sviluppo impetuoso delle rinnovabili e la comparsa prepotente degli idrocarburi non convenzionali, l’efficienza energetica rappresenta la chiave di volta dei prossimi decenni.

Grazie all’efficienza energetica si potrebbero ridurre le emissioni del 49%. È quanto afferma l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) nella suo recente pubblicazione Redrawing the Energy-Climate Map.

Circa il 60% della riduzione complessiva di emissioni avviene nel settore residenziale e terziario. Per questo è importante l’introduzione di standard di prestazione energetica per illuminazione domestica, dispositivi elettrici, impianti di riscaldamento e condizionamento. Ma anche settore industriale e trasporti sono chiamati a svolgere un compito importante con l’efficientamento di  motori elettrici e veicoli stradali.

Con 2400 impianti in attività e 1199 in progettazione, il carbone è la fonte fossile che risponde a oltre il 40% della domanda di energia mondiale ed è destinato a svolgere questo ruolo di guida anche nei decenni a venire.

Evitare la costruzione di nuovi impianti a carbone a pressione subcritica e limitare l’uso di quelli meno efficienti già in funzione per l’Aie “ridurrebbe le emissioni di 640 Mt nel 2020 e contribuirebbe anche a contenere l’inquinamento atmosferico a livello locale”.

Per l’Ue il rispetto delle direttive della Commissione permetterebbe da solo una riduzione drastica delle emissioni di inquinanti (anche oltre il 60%) e un documento dell’Agenzia europea dell’ambiente rivolge soprattutto ai Paesi dell’area orientale un invito a seguire l’esempio virtuoso offerto già dai membri storici dell’Unione.

Gli impianti a carbone ad alta efficienza offrono risultati virtuosi per quanto riguarda le emissioni di CO2, fumi e clima alteranti e consentono anche un notevole risparmio di combustibile e di emissioni a parità di KWh prodotto.

L’impianto Enel di Torrevaldaliga nord è riconosciuto a livello internazionale quale esempio di successo di centrale a carbone di ultima generazione grazie alle caldaie Ultrasupercritiche, al sistema di abbattimento dei fumi e alla gestione del carbone lungo tutta la filiera del carbone.

Tutto il parco termoelettrico di Enel è un riferimento a livello globale in quanto a riduzione delle emissioni. E l’impianto di Civitavecchia è il fiore all’occhiello di una policy di Gruppo in grado di coniugare mix ed efficienza di generazione ottenendo performance di esercizio in continuo miglioramento.

Se le emissioni di CO2 per kWh prodotto dal parco centrali di Enel diventassero standard internazionale per tutti gli impianti oggi operativi nel mondo, le emissioni globali si ridurrebbero di circa 3,5 miliardi di tonnellate, equivalenti a tutta la CO2 prodotta dalla generazione elettrica degli Stati Uniti e dei 27 Paesi dell’Unione Europea messi insieme.

Navigazione articolo