L'interruttore

Il mondo dell'energia sotto una nuova luce

Archivio per il tag “carbone”

Enel, la carbon neutrality è più vicina

Clienti_Enel1A pochi giorni dall’avvio a Parigi della COP21, la conferenza internazionale sui cambiamenti climatici, il gruppo Enel ha ottenuto un nuovo prestigioso riconoscimento nel campo della sostenibilità. La multinazionale elettrica ha conseguito il massimo punteggio di valutazione nel Carbon Disclosure Project (CDP), autorevole indice di orientamento per la comunità finanziaria relativo all’approccio delle aziende nel misurare, gestire e condividere le performances per ridurre le emissioni di gas serra.

Con l’obiettivo di raggiungere la carbon neutrality entro il 2050, il Gruppo ha previsto nel piano strategico 2016-2019 investimenti in capacità di generazione da fonti rinnovabili per 7.7 miliardi di euro, che consentiranno di aggiungere al suo portafoglio 6,8 GW di potenza installata “verde”. Valori che potrebbero crescere ulteriormente – fino a un totale di 9 miliardi di euro nel periodo 2016-2019 per 7,7 GW addizionali – con l’integrazione tra Enel ed EGP.

Una strategia avviata da tempo di cui gli esperti CDP hanno riconosciuto il valore e gli effetti benefici sull’ambiente. In particolare, Enel ha ottenuto un punteggio di 100/100 nella sezione “Disclosure”, dove la media delle utility si ferma a 87/100. Ha poi conseguito il livello B nella sezione “Performance”, mentre la media del settore non ha superato il livello C.

L’organizzazione britannica CDP è supportata da 822 investitori istituzionali che gestiscono oltre 95 miliardi di dollari, e circa 2.000 aziende (tra cui Apple, Google, Microsoft) forniscono informazioni per ottenere una valutazione nel report, a conferma della sua autorevolezza. Il punteggio massimo conseguito da Enel costituisce un risultato significativo per l’azienda, che quest’anno ha aderito all’iniziativa di Science Based Targets impegnandosi a stabilire, su base scientifica, obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 ancora più ambiziosi.

“Il cambiamento climatico è una realtà con cui dobbiamo fare i conti, e la COP21 ci offre l’opportunità storica di accelerare la transizione verso un’economia a basso livello di emissioni climalteranti. Oggi poco meno del 50 per cento dell’energia generata da Enel proviene da fonti a zero emissioni e contiamo di raggiungere la carbon neutrality entro il 2050, per contribuire al contenimento dell’innalzamento della temperatura globale in 2 gradi” ha scritto Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, in uno statement contenuto nel report CDP. “Enel continuerà a far leva sulle tecnologie più avanzate per accelerare il processo di decarbonizzazione, migliorando le infrastrutture e promuovendo l’efficienza, perché essere sostenibili oggi significa essere competitivi domani”.

 

Dal carbone all’olio al gas: come cambia il termoelettrico di Enel

brindisi_termoelettrico_enelDai nuovi carbonili della centrale Federico II di Brindisi ai filtri per l’abbattimento dei fumi della centrale Enel di Reftisnky in Russia. Le centrale termoelettriche di Enel cambiano all’insegna della tecnologia e dell’ambientalizzazione.

Un’opera da oltre 100milioni di euro che poterà lo storico impianto termoelettrico pugliese di Enel ad aumentare ulteriormente in efficienza e sostenibilità ambientale. I due dome della Federico II di Brindisi hanno impegnato per tutto il mese di agosto operatori e ingegneri dell’azienda chiamati a realizzare le prove tecniche di funzionamento dei due colossi in legno lamellare – strutture da 243 metri di diametro l’una destinata ad ospitare il combustibile fossile al coperto – e dei sistemi di trasporto del carbone. Ormai prossimi alla definitiva messa in funzione i due carbonili sono il simbolo di un continuo processo di sviluppo nel segno dell’ambiente e dell’efficienza energetica che Enel porta avanti con tutte le tecnologie nel suo portafoglio.

Alle innovazioni nel campo delle rinnovabili – le più recenti in Italia vengono dalla geotermia, con l’inaugurazione della centrale ibrida di Cornia 2 e dell’impianto di perforazione HH300, e da solare ed eolico, con gli impianti che integrano sistemi distorage a Catania e Potenza Pietragalla – rispondono le nuove tecnologie e soluzioni che Enel sta applicando nel suo parco di generazione termoelettrica in Italia esportando le best practice anche all’estero.

L’efficienza degli impianti tradizionali è un elemento portante della nuova visione di Enel che ha avviato un ampio programma di revisione dei suoi asset per valutarne competitività e sostenibilità. Insieme al progetto Futur-E per la destinazione a nuovo uso di 23 centrali termoelettriche italiane, l’azienda ha infatti continuato il suo percorso di implementazione delle migliori soluzioni per l’ambientalizzazione degli impianti alimentati con combustibili fossili. Dal nuovo gruppo a turbogas della centrale di Porto Empedocle in Sicilia ai dome di Brindisi sono numerose gli esempi di interventi che permettono al parco impianti di Enel di offrire performance sempre più elevate ed efficienti.

Il know how di Enel in Italia in fatto di soluzione per l’ambientalizzazione degli impianti termoelettrici è un patrimonio che il Gruppo utilizza anche negli altri Paesi del mondo dove sono in esercizio suoi impianti tradizionali. Anche in questa diffusione delle best practice gli esempi sono molteplici. Tra i più recenti si può citare l’implementazione dei nuovi sistemi per la depolverizzazione dei fumi con filtri a manica nella unità della centrale di Reftinsky negli Urali: una vera e propria rivoluzione copernicana per l’intero settore termoelettrico della Russia che mai sino a prima aveva avuto a disposizione nei suoi impianti soluzioni in grado di ridurre del 99,9% le emissioni di ceneri per un equivalente di oltre 10mila tonnellate l’anno.

Enel, edilizia ed efficienza energetica

casa_efficienza_energeticaIl carbone può contribuire in modo significativo ad accrescere l’efficienza energetica degli edifici. La notizia può suonare strana ma con i consumatori sempre più propensi ad interventi di miglioramento dei loro appartamenti e all’utilizzo consapevole dell’energia, e con il settore edilizio alla costante ricerca di soluzioni per aumentare l’efficienza con costi competitivi e sostenibili, il “fattore carbone” nella filiera della cosiddetta white economy può risultare una sorpresa – per i non addetti ai lavori – gradita.

L’Energy efficiency market report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia ha stimato che, nel periodo 2007-2013, gli italiani hanno speso 22 miliardi di euro per realizzare 1,8 milioni di interventi di efficientamento energetico nelle loro case. Merito di una cultura sempre più condivisa sull’uso consapevole dell’energia, che si estende anche all’acquisto crescente di elettrodomestici con classi di consumo più performanti e alla diffusione delle mini-rinnovabili, ma anche delle politiche di detrazioni fiscali introdotte nel 2007.

Trasporti ed edilizia sono spesso sotto la lente di ingrandimento in fatto di efficienza energetica più per le potenzialità ancora inespresse che per i risultati comunque ottenuti. E nell’ottica di lungo periodo i due settori sono alla ricerca di strade che consentano di garantire, oltre al risparmio energetico ottenibile con interventi di efficientamento (dai Certificati Bianchi agli standard della Direttiva Ecodesign dell’Ue), anche modelli di business e soluzioni permanenti che assicurino sin dall’origine – per l’edilizia si potrebbe dire: dalle fondamenta – livelli di efficienza energetica sostenibili, competitivi e in grado di modificare in modo radicale l’impatto ambientale e il peso dei consumi di abitazioni e immobili.

Il cemento è il secondo prodotto più consumato al mondo dopo l’acqua a causa della crescita della popolazione urbana globale e delle città. Per questo il settore edile è da anni alla ricerca di un materiale di costruzione in grado di sostituire il cemento Portland, tradizionale e più diffuso al mondo, che ha un limite ‘ambientale’ rilevante: per produrre un chilo di questo tipo di materiale di costruzione viene rilasciata esattamente la stessa quantità di CO2, emessa nel processo di realizzazione del clinker: il composto di base del cemento che si ottiene con la ‘cottura’ di argilla, calcare e scisto, avviene a 1450° e richiede l’utilizzo di carbone.

L’utilizzo intelligente del carbone può evitare l’emissione dell’anidride carbonica per la produzione di cemento. Come? Enel, da oltre 10 anni, sviluppa studi e progetti per il riutilizzo delle ceneri di carbone delle sue centrali come materiale da costruzione che permette la riduzione delle emissioni nel processo di produzione ed evita l’utilizzo di ulteriore combustibile fossile per ottenere il clinker.

Ottenere cemento con le ceneri di carbone è un’idea che Enel ha cominciato a studiare già nel 2003 quando ha avviato il progetto sperimentale Ceneri Doc che, l’anno successivo, ha ricevuto il Premio all’innovazione amica dell’ambiente di Legambiente. La strada aperta dagli studi di dieci anni fa, che miravano a ottenere risparmi energetici e di materie prime nonché la riduzione delle emissioni di gas serra, derivanti dalla conseguente minore produzione di cemento, sono proseguiti oltre Ceneri Doc.

Le ricerche di Enel per un cemento eco-friendly con l’utilizzo delle ceneri di carbone si sono moltiplicate negli anni arrivando a generare in particolare altri due progetti:

  • Filiere Corte ha interessato la centrale Federico II di Brindisi e il territorio di Puglia e Basilicata dove operano circa 600 aziende edili;
  • Nero Mattone ha dimostrato l’utilizzabilità delle ceneri di carbone, sia leggere che pesanti, prodotte da centrali termoelettriche nel settore laterizi su scala industriale;

L’esperienza nell’utilizzo delle ceneri di carbone per l’edilizia ha poi portato Enel ha individuare ulteriori applicazioni ad alto valore aggiunto dei residui. Nel 2013, ad esempio, è stato completato lo sviluppo del processo produttivo di un nuovo materiale – geopolimero cellulare – realizzato con ceneri pesanti e con possibili applicazioni per l’edilizia ad alto risparmio energetico.

Enel, le fonti fossili e la sostenibilità

carbone_laspeziaLa Cina, l’India ma anche la verde Germania. I Paesi che si affidano al carbone per rispondere alla domanda energetica interna sono tanti e molto diversi tra loro. Nella scelta di affidarsi alla fonte fossile per eccellenza alcuni guardano ai risvolti economici sacrificando quelli ambientali, ma la sfida che attende tutti i Paesi, emergenti, in via di sviluppo e industrializzati, è proprio quella di garantire la sostenibilità a 360 gradi coniugando gli aspetti economici con quelli ambientali e sociali.

L’esperienza di Enel negli impianti di Civitavecchia, Brindisi e La Spezia documenta che una strada sostenibile per l’utilizzo del carbone nel settore elettrico è possibile.

  • I sistemi innovativi della centrale di Torrevaldaliga Nord, offrono già oggi performance di efficienza e compatibilità ambientale sino a qualche tempo fa impensate a livello industriale e studiate come case history di successo tanto dall’Environmental Protection Agency del governo Usa quanto dalla Conferenza internazionale sulle tecnologie per il carbone ad alta efficienza;
  • La centrale Federico II di Brindisi sta cambiando aspetto grazie alla costruzione dei dome, i due carbonili a cupola sul modello di Torrevaldaliga Nord, che insieme ai nuovi nastri trasportatori chiusi miglioreranno sicurezza e ambientalizzazione nello stoccaggio del combustibile;
  • La centrale di La Spezia è inclusa nell’elenco degli impianti di Enel in Italia che hanno imboccato da tempo la strada delle sostenibilità. Lo documenta il fatto che ha ottenuto già nel 2005 la registrazione EMAS, il regolamento europeo che certifica le buone prestazioni ambientali dell’impianto e la volontà di miglioramento continuo, e il rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) avvenuto nel settembre 2013 da parte del ministero dell’Ambiente italiano.

Percorrere la strada della sostenibilità ambientale è indispensabile soprattutto in un contesto globale dove l’utilizzo del carbone è destinato a crescere anche per il prossimo quinquennio. Per l’Agenzia internazionale dell’energia la domanda della fonte fossile per eccellenza è destinata a crescere del 2,3% l’anno da qui al 2018, una stima che lascia il carbone sul gradino più alto del podio nella corsa con gas e petrolio per la produzione di energia.

Investimenti e innovazione sono strade obbligate e anche in questo gli impianti di Civitavecchia, La Spezia e Brindisi sono di esempio. Per il solo impianto in Puglia Enel ha previsto uno stanziamento di oltre 130 milioni di euro e circa 39 mesi totali di lavoro duranti i quali saranno impiegate 300 persone che andranno ad aggiungersi ai 1000 occupati stabili già garantiti dalla centrale e le società terze coinvolte nell’indotto dell’impianto.

Dall’estrazione al consumo sostenibile: l’impegno di Enel

enel-federicoii-130eLa domanda di carbone è destinata a crescere del 2,3% l’anno. La stima viene dall’Agenzia Internazionale dell’Energia che per il prossimo quinquennio ha ritoccato in basso le sue precedenti previsioni, che indicavano un +2,6% al 2017, senza tuttavia togliere alla fonte fossile per eccellenza il gradino più altro del podio nella corsa con gas e petrolio per la produzione di energia.

Cina e Usa hanno ridotto nel 2013 il loro consumo di carbone, la prima per il combinato di crescita dell’idroelettrico e flessione economica, la seconda per l’apporto dello shale gas. Ma il mercato indica che il combustibile più diffuso al mondo mantiene comunque la sua leadership grazie all’affidamento al carbone di Paesi anche molto diversi tra loro:

Per i Paesi in via di sviluppo ed emergenti, soprattutto dell’Asia, è la fonte più economica e disponibile per dare energia alla propria crescita e soddisfare fabbisogni nazionali dall’andamento spesso instabile;

Per il Giappone è l’unica soluzione percorribile nell’immediato per sostituire lo storico contributo del nucleare, messo offline dopo Fukushima, e in attesa di disegnare un nuovo piano di politica energetica a medio-lungo termine;

Per la verde Germania, campione delle rinnovabili in Europa, resta una fonte insostituibile tanto che nel 2013 ha avviato 6 nuove centrali a carbone per 5.700 MW totali, ed entro il 2015 aggiungerà altri 3 impianti per ulteriori 3.500 MW.

Scendere a patti col carbonema non ad ogni costo, è l’orizzonte di responsabilità e realismo al quale sono chiamati tutti i Paesi che in diverso modo non possono privarsi del contributo del combustibile che dà energia non solo agli impianti di produzione elettrica, ma anche all’industria pesante, al riscaldamento domestico e, nei suoi derivati, viene utilizzato per trasporti, chimica e persino agricoltura.

Le utility dell’energia promuovono la sostenibilità del carbone a 360 gradi. Enel, ad esempio, oltre a garantire efficienza e performance dei suoi impianti è tra le aziende che hanno dato vita a ENCIO, il progetto europeo per sviluppare impianti termoelettrici Avanzati ultrasupercritici (Advanced USC) in grado di raggiungere livelli di efficienza di conversione oltre al 50%. Ma il Gruppo partecipa anche a organizzazioni no profit internazionali come Bettercoal, nata per promuovere efficienza e sostenibilità lungo tutta la filiera del carbone dall’estrazione ai molteplici utilizzi finali.

La Spezia, Enel sempre più efficiente

carbone_laspeziaEnel è pienamente consapevole del proprio ruolo di grande azienda energetica e delle responsabilità sociali e ambientali che ne derivano: solo rendendo sempre più sostenibile il modello di business si può aspirare ad essere leader nel mercato globale dell’energia.

Per questo motivo già da molti anni è impegnata a minimizzare tutti gli impatti ambientali delle proprie attività produttive, con rilevanti investimenti e interventi mirati su tutti gli impianti, nessuno escluso.

Per la centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia il primo grande intervento di ambientalizzazione è stato realizzato negli anni 1997-2001.

La centrale era originariamente entrata in servizio tra il 1962 e il 1968 con quattro gruppi a carbone e olio combustibile per una potenza complessiva di 1.835 MW. Per adeguarla alle nuove esigenze ambientali una unità (600 MW) è stata chiusa, altre due (680 MW complessivi) sono state trasformate in cicli combinati a gas e l’ultima (600 MW a carbone) è stata interamente ammodernata e dotata di avanzati sistemi di abbattimento delle emissioni.

Il risultato è stato un depotenziamento elettrico agli attuali 1.280 MW e un rilevante aumento dell’efficienza complessiva (di ben 7 punti percentuale), con conseguente minor rilascio di energia termica nella rada del golfo e drastica riduzione di tutte le emissioni: -84% per il biossido di zolfo, -80% per gli ossidi di azoto, -15% per la CO2. Inoltre sono stati molto migliorati anche tutti gli altri parametri ambientali: dalla produzione di ceneri ai livelli di rumore, dalla gestione di tutte le tipologie di rifiuti all’azzeramento delle acque di scarico, fino al notevole miglioramento dell’impatto visivo.

L’attenzione di Enel verso l’ambiente e il territorio è peraltro stata autorevolmente certificata nel 2005, quando la centrale di La Spezia ha ottenuto la registrazione EMAS: il regolamento europeo che certifica le buone prestazioni ambientali dell’impianto e la volontà di miglioramento continuo, e verifica anche la correttezza delle informazioni al pubblico, date, tra l’altro, con le apposite Dichiarazioni ambientali.

Ma, ovviamente, le attività di miglioramento continuano, e lo stesso decreto AIA, recentemente rilasciato per la centrale, rafforza il percorso per rendere l’impianto sempre più efficiente e rispettoso anche delle future e più stringenti normative. Infatti l’AIA autorizza l’esercizio della centrale per i prossimi otto anni, prescrivendo però una forte e progressiva riduzione delle emissioni, in modo da poter rispettare anche i nuovi limiti che entreranno nel 2016.

A questo si aggiungono interventi di miglioramento volontariamente adottati da Enel per ridurre ulteriormente la polverosità dei carbonili, dei bunker e della fase di scarico del carbone, migliorare il trattamento delle acque di banchina ed eliminare l’uso di gasolio per i servizi ausiliari.

Tutte attività che rientrano in un vero e proprio cammino di miglioramento costante verso la sostenibilità e l’innovazione, che Enel intende percorrere insieme  con l’Amministrazione e i cittadini di La Spezia anche attraverso importanti progetti di riqualificazione del territorio.

Enel e l’importanza della CCS

ccs_enel_impianto_brindisi_1Le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica non saranno sufficienti a contenere l’aumento delle emissioni di gas serra. Secondo l’International Energy Agency (IEA), a metà secolo le fonti fossili copriranno ancora oltre il 45% della domanda energetica mondiale; i Paesi emergenti, in particolare, non potranno rinunciare al carbone, la fonte più conveniente sul piano economico e più abbondante, distribuita e di facile gestione sul piano industriale.

Di fronte a questa prospettiva, il ricorso alle tecnologie di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS, dall’inglese Carbon Capture and Storage) diventa un’opzione irrinunciabile. Sia l’IEA sia l’Unione Europea indicano la CCS come una componente importante del ventaglio di soluzioni necessarie per la transizione verso un sistema energetico più sostenibile.

In questo contesto Enel è protagonista dello sviluppo tecnologico del settore, con attività di ricerca in tutte le principali applicazioni e in particolare nella tecnica della post-combustione, cioè l’estrazione dell’anidride carbonica (CO2) dai gas prodotti dalla combustione.

L’impianto pilota di Brindisi è il fiore all’occhiello di questa attività. La tecnica utilizzata, intervenendo a valle del processo di combustione con sorbenti chimici, rende possibile la separazione dell’anidride carbonica dai fumi, separando 2,5 tonnellate di CO2 all’ora, fino a un massimo di 8.000 tonnellate annue.

In concreto l’impianto di Brindisi ha di fatto dimostrato che la tecnologia è praticamente pronta in termini di fattibilità e di esecutività, quanto meno per impianti di taglia fino a 5 MW. Ma si tratta anche di una tecnologia implementabile su impianti di grande taglia, come conferma la partecipazione di Enel a un progetto per la realizzazione di un grande impianto di CCS.

Carbone, l’efficienza di Enel a 360°

carbone_enelIl carbone è oggi la seconda fonte di energia al mondo (dopo il petrolio) e la prima per quanto concerne la generazione di elettricità: copre il 28% della domanda complessiva di energia e il 42% di quella elettrica.

Negli ultimi tredici anni è stata la fonte che in termini assoluti ha conosciuto la maggiore crescita: circa dieci volte quella registrata dalle rinnovabili, due volte quella del gas e tre volte quella del petrolio. E nei prossimi vent’anni sarà ancora la fonte che più delle altre soddisferà l’incremento di energia nel mondo, secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia.

In questo quadro, per progredire verso un sistema energetico a basse emissioni, la sfida da vincere è quella dell’efficienza. Occorre cioè fare in modo che il carbone – su cui molti Paesi sia industrializzati sia in via di sviluppo fanno affidamento, per ragioni economiche e di sicurezza energetica – possa continuare ad essere utilizzato con sempre minori impatti ambientali e ridotte emissioni.

È una sfida che si vince soprattutto con l’innovazione tecnologica.

Il gruppo Enel sta investendo da tempo risorse ingenti in questa direzione, conquistando sul campo la leadership del carbone efficiente.

Ne è un esempio l’impianto di Torrevaldaliga Nord (Civitavecchia), che è oggi una delle centrali a carbone più avanzate per efficienza e ridotto impatto ambientale.

L’intero ciclo di lavorazione della centrale è stato progettato per tutelare l’ambiente: dalla movimentazione e stoccaggio del minerale, che utilizza strutture chiuse e depressurizzate per impedire ogni dispersione di polveri nell’ambiente, alle caldaie ultrasupercritiche, che ottengono rendimenti record per questo tipo di centrali; dagli avanzatisistemi di pulizia dei fumi, che assicurano una rimozione pressoché totale del particolato e una eccezionale riduzione degli altri inquinanti, fino all’innovativo sistema di  trattamento delle acque reflue.

Tutte cose concrete, che dimostrano come la strada del carbone efficiente siaun’opzione realistica e praticabile.

Enel per un carbone sempre più sostenibile

carbone_pvsIl carbone è la prima fonte di elettricità al mondo. E il suo consumo è destinato a crescere, soprattutto nei Paesi dell’Est e del Sud del mondo. Già oggi, la Cina da sola copre più di metà dei consumi mondiali, e i Paesi in via di sviluppo nel loro complesso arrivano al 71,8%: i Paesi industrializzati dell’Ocse si fermano al 28,2.

Secondo le previsioni, questo fenomeno sarà sempre più marcato: la crescita dei Paesi emergenti comporta un forte aumento della domanda di energia, e il carbone è quasi sempre la fonte più economica e più disponibile.

In questa ottica, l’uso del carbone è in linea con uno dei principali obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite: i cosiddetti “obiettivi del Millennio”, cioè  l’accesso all’energia per tutti, anche per quanti (non meno di 1,2 miliardi di persone) ancora oggi non possono nemmeno accendere una singola lampadina, perché non hanno accesso all’elettricità.

D’altra parte, un altro degli “obiettivi del Millennio” punta a controllare il riscaldamento globale, prevalentemente attraverso la riduzione le emissioni di gas serra.

Due obiettivi ugualmente importanti, dunque, che devono necessariamente trovare un equilibrio: da un latoil carbone gioca in favore della sostenibilità sociale, dall’altro occorre migliorare la sua sostenibilità ambientale.

La soluzione non può venire che dall’innovazione. E, infatti, in tutto il mondo un gran numero di ricercatori è al lavoro su nuove tecnologie per un utilizzo pulito del carbone.

Il gruppo Enel è in prima fila in questa direzione: gli impianti di Civitavecchia e Brindisi in Italia, e quello di Compostilla in Spagna, sono all’avanguardia per quanto riguarda l’uso più efficiente (e quindi più ecosostenibile) del carbone e la riduzione delle emissioni. A conferma del valore di queste sperimentazioni, Enel ha firmato un accordo per esportare le proprie tecnologie per il carbone pulito in Cina: uno dei Paesi che ne avrà più bisogno.

Il carbone e l’efficienza energetica di Enel

tvn_2139Parafrasando lo slogan di una famosa pubblicità, si potrebbe dire che “la potenza è nulla senza efficienza”. In uno scenario energetico globale profondamente segnato da mutamenti anche epocali come lo sviluppo impetuoso delle rinnovabili e la comparsa prepotente degli idrocarburi non convenzionali, l’efficienza energetica rappresenta la chiave di volta dei prossimi decenni.

Grazie all’efficienza energetica si potrebbero ridurre le emissioni del 49%. È quanto afferma l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) nella suo recente pubblicazione Redrawing the Energy-Climate Map.

Circa il 60% della riduzione complessiva di emissioni avviene nel settore residenziale e terziario. Per questo è importante l’introduzione di standard di prestazione energetica per illuminazione domestica, dispositivi elettrici, impianti di riscaldamento e condizionamento. Ma anche settore industriale e trasporti sono chiamati a svolgere un compito importante con l’efficientamento di  motori elettrici e veicoli stradali.

Con 2400 impianti in attività e 1199 in progettazione, il carbone è la fonte fossile che risponde a oltre il 40% della domanda di energia mondiale ed è destinato a svolgere questo ruolo di guida anche nei decenni a venire.

Evitare la costruzione di nuovi impianti a carbone a pressione subcritica e limitare l’uso di quelli meno efficienti già in funzione per l’Aie “ridurrebbe le emissioni di 640 Mt nel 2020 e contribuirebbe anche a contenere l’inquinamento atmosferico a livello locale”.

Per l’Ue il rispetto delle direttive della Commissione permetterebbe da solo una riduzione drastica delle emissioni di inquinanti (anche oltre il 60%) e un documento dell’Agenzia europea dell’ambiente rivolge soprattutto ai Paesi dell’area orientale un invito a seguire l’esempio virtuoso offerto già dai membri storici dell’Unione.

Gli impianti a carbone ad alta efficienza offrono risultati virtuosi per quanto riguarda le emissioni di CO2, fumi e clima alteranti e consentono anche un notevole risparmio di combustibile e di emissioni a parità di KWh prodotto.

L’impianto Enel di Torrevaldaliga nord è riconosciuto a livello internazionale quale esempio di successo di centrale a carbone di ultima generazione grazie alle caldaie Ultrasupercritiche, al sistema di abbattimento dei fumi e alla gestione del carbone lungo tutta la filiera del carbone.

Tutto il parco termoelettrico di Enel è un riferimento a livello globale in quanto a riduzione delle emissioni. E l’impianto di Civitavecchia è il fiore all’occhiello di una policy di Gruppo in grado di coniugare mix ed efficienza di generazione ottenendo performance di esercizio in continuo miglioramento.

Se le emissioni di CO2 per kWh prodotto dal parco centrali di Enel diventassero standard internazionale per tutti gli impianti oggi operativi nel mondo, le emissioni globali si ridurrebbero di circa 3,5 miliardi di tonnellate, equivalenti a tutta la CO2 prodotta dalla generazione elettrica degli Stati Uniti e dei 27 Paesi dell’Unione Europea messi insieme.

Navigazione articolo