L'interruttore

Il mondo dell'energia sotto una nuova luce

Archivi per il mese di “gennaio, 2014”

Enel, le fonti fossili e la sostenibilità

carbone_laspeziaLa Cina, l’India ma anche la verde Germania. I Paesi che si affidano al carbone per rispondere alla domanda energetica interna sono tanti e molto diversi tra loro. Nella scelta di affidarsi alla fonte fossile per eccellenza alcuni guardano ai risvolti economici sacrificando quelli ambientali, ma la sfida che attende tutti i Paesi, emergenti, in via di sviluppo e industrializzati, è proprio quella di garantire la sostenibilità a 360 gradi coniugando gli aspetti economici con quelli ambientali e sociali.

L’esperienza di Enel negli impianti di Civitavecchia, Brindisi e La Spezia documenta che una strada sostenibile per l’utilizzo del carbone nel settore elettrico è possibile.

  • I sistemi innovativi della centrale di Torrevaldaliga Nord, offrono già oggi performance di efficienza e compatibilità ambientale sino a qualche tempo fa impensate a livello industriale e studiate come case history di successo tanto dall’Environmental Protection Agency del governo Usa quanto dalla Conferenza internazionale sulle tecnologie per il carbone ad alta efficienza;
  • La centrale Federico II di Brindisi sta cambiando aspetto grazie alla costruzione dei dome, i due carbonili a cupola sul modello di Torrevaldaliga Nord, che insieme ai nuovi nastri trasportatori chiusi miglioreranno sicurezza e ambientalizzazione nello stoccaggio del combustibile;
  • La centrale di La Spezia è inclusa nell’elenco degli impianti di Enel in Italia che hanno imboccato da tempo la strada delle sostenibilità. Lo documenta il fatto che ha ottenuto già nel 2005 la registrazione EMAS, il regolamento europeo che certifica le buone prestazioni ambientali dell’impianto e la volontà di miglioramento continuo, e il rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale (AIA) avvenuto nel settembre 2013 da parte del ministero dell’Ambiente italiano.

Percorrere la strada della sostenibilità ambientale è indispensabile soprattutto in un contesto globale dove l’utilizzo del carbone è destinato a crescere anche per il prossimo quinquennio. Per l’Agenzia internazionale dell’energia la domanda della fonte fossile per eccellenza è destinata a crescere del 2,3% l’anno da qui al 2018, una stima che lascia il carbone sul gradino più alto del podio nella corsa con gas e petrolio per la produzione di energia.

Investimenti e innovazione sono strade obbligate e anche in questo gli impianti di Civitavecchia, La Spezia e Brindisi sono di esempio. Per il solo impianto in Puglia Enel ha previsto uno stanziamento di oltre 130 milioni di euro e circa 39 mesi totali di lavoro duranti i quali saranno impiegate 300 persone che andranno ad aggiungersi ai 1000 occupati stabili già garantiti dalla centrale e le società terze coinvolte nell’indotto dell’impianto.

Enel e l’innovazione energetica per il Mezzogiorno

alberi_fotovalter-125La prolungata crisi economica degli ultimi anni ha ulteriormente aggravato il divario tra il Mezzogiorno d’Italia e le aree più sviluppate del Paese e dell’Europa.

Per arrestare il declino delle regioni meridionali, e far sì che anch’esse possano contribuire in modo dinamico alla ripresa economica nazionale, occorre cercare vie nuove, che siano in grado di innovare il modello di specializzazione produttiva, nello stesso tempo valorizzando le specifiche vocazioni territoriali e il capitale umano rappresentato dalle nuove generazioni.

In tal senso il settore dell’energia costituisce un bacino ricco di opportunità: sono infatti molte le risorse locali che nel sud d’Italia possono essere sfruttate in un’ottica di innovazione tecnologica e di sistema.

Enel ne è convinta e l’urgenza di percorrere questa strada ha trovato impulso e riconoscimento attraverso  l’accordo siglato tra Fondazione Enel e Svimez (associazione Sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) per lo studio e la realizzazione di progetti che favoriscano la diffusione delle energie rinnovabili e di pratiche di efficienza energetica.

Una delle novità importanti dell’accordo riguarda l’individuazione di specifiche filiere produttive secondo un modello di rilancio economico messo a punto dalla Svimez, che prevede l’offerta di innovative tipologie di servizi all’interno di Filiere Territoriali Logistiche (FTL), ossia di filiere logistiche parallele a quelle produttive e mercantili, chiamate a svolgere un ruolo di raccordo tra Europa e Mediterraneo.

Per individuare e mettere a punto le aree di intervento potenzialmente più idonee, Enel Fondazione e Svimez procederanno innanzi tutto all’indispensabile mappatura del potenziale energetico in relazione sia alle diverse tecnologie disponibili, sia ai vincoli geografici, regolatori e culturali presenti. Verranno poi selezionate le aree e le tecnologie più promettenti per passare ad eventuali fasi successive, di approfondimento anche dal punto di vista economico e industriale.

Enel, la cultura volano dello sviluppo

cultura_patrimonio_italianoLa cultura può e deve essere una opportunità di investimento anche in termini economici, soprattutto in un Paese come l’Italia. Come e perché, lo ha spiegato Gianluca Comin, direttore Relazioni esterne Enel, intervenendo al convegno “Una strategia per la cultura. Una strategia per il Paese”, organizzato il 20 gennaio a Roma per la presentazione del Rapporto Annuale di Federculture.

Il punto di partenza è nella constatazione che soprattutto in Italia il settore della cultura aggrega intorno al patrimonio artistico, storico e paesaggistico, non solo il sistema del sapere, della conoscenza e della comunicazione, ma anche gran parte del sistema produttivo: dal turismo alle infrastrutture territoriali, dal settore manifatturiero al design, dai servizi all’innovazione.

Per questo, ha affermato Comin, il patrimonio culturale italiano “è il nostro vero capitale, una ricchezza unica e non replicabile, che è espressione della nostra identità culturale, ma rappresenta anche il principale punto di forza per emergere con successo dalla sfida della globalizzazione”.

Finora ci si è limitati a cercare di tutelare questo patrimonio. Ora – ha affermato Comin – è davvero giunto il momento di darsi da fare per “trasformarlo in un volano di crescita e sviluppo per il Paese”. Occorre una nuova politica culturale che sappia coinvolgere le istituzioni pubbliche insieme alle forze economiche e sociali del Paese. Si tratta del resto di una sinergia necessaria, perché da un lato le risorse pubbliche sono sempre più scarse, dall’altro le imprese sono sempre più consapevoli della propria responsabilità sociale e dispongono delle risorse economiche e del know how necessari per interventi efficaci e innovativi.

Per realizzare questa collaborazione occorre eliminare una serie di ostacoli di natura pratica e anche culturale. Tuttavia – ha aggiunto Comin – “non si tratta di stravolgere il quadro normativo, ma solo di avere il coraggio di sperimentare nuove modalità di collaborazione, passando effettivamente dalla logica di sponsorship a quella di partnership”.

Tra gli esempi virtuosi di partnership innovative fra pubblico e privato in ambito culturale, Comin ha ricordato Enel Contemporanea, l’iniziativa di Enel per favorire la carriera e la popolarità di artisti promettenti di tutto il mondo: “Un progetto interamente ideato e sviluppato dall’azienda, che ha solo in seguito condiviso finalità e programmazione con l’istituzione culturale pubblica, nello specifico il MACRO di Roma. I risultati, in termini di gestione e afflusso di pubblico, sono stati eccellenti”.

Dall’estrazione al consumo sostenibile: l’impegno di Enel

enel-federicoii-130eLa domanda di carbone è destinata a crescere del 2,3% l’anno. La stima viene dall’Agenzia Internazionale dell’Energia che per il prossimo quinquennio ha ritoccato in basso le sue precedenti previsioni, che indicavano un +2,6% al 2017, senza tuttavia togliere alla fonte fossile per eccellenza il gradino più altro del podio nella corsa con gas e petrolio per la produzione di energia.

Cina e Usa hanno ridotto nel 2013 il loro consumo di carbone, la prima per il combinato di crescita dell’idroelettrico e flessione economica, la seconda per l’apporto dello shale gas. Ma il mercato indica che il combustibile più diffuso al mondo mantiene comunque la sua leadership grazie all’affidamento al carbone di Paesi anche molto diversi tra loro:

Per i Paesi in via di sviluppo ed emergenti, soprattutto dell’Asia, è la fonte più economica e disponibile per dare energia alla propria crescita e soddisfare fabbisogni nazionali dall’andamento spesso instabile;

Per il Giappone è l’unica soluzione percorribile nell’immediato per sostituire lo storico contributo del nucleare, messo offline dopo Fukushima, e in attesa di disegnare un nuovo piano di politica energetica a medio-lungo termine;

Per la verde Germania, campione delle rinnovabili in Europa, resta una fonte insostituibile tanto che nel 2013 ha avviato 6 nuove centrali a carbone per 5.700 MW totali, ed entro il 2015 aggiungerà altri 3 impianti per ulteriori 3.500 MW.

Scendere a patti col carbonema non ad ogni costo, è l’orizzonte di responsabilità e realismo al quale sono chiamati tutti i Paesi che in diverso modo non possono privarsi del contributo del combustibile che dà energia non solo agli impianti di produzione elettrica, ma anche all’industria pesante, al riscaldamento domestico e, nei suoi derivati, viene utilizzato per trasporti, chimica e persino agricoltura.

Le utility dell’energia promuovono la sostenibilità del carbone a 360 gradi. Enel, ad esempio, oltre a garantire efficienza e performance dei suoi impianti è tra le aziende che hanno dato vita a ENCIO, il progetto europeo per sviluppare impianti termoelettrici Avanzati ultrasupercritici (Advanced USC) in grado di raggiungere livelli di efficienza di conversione oltre al 50%. Ma il Gruppo partecipa anche a organizzazioni no profit internazionali come Bettercoal, nata per promuovere efficienza e sostenibilità lungo tutta la filiera del carbone dall’estrazione ai molteplici utilizzi finali.

Enel, un parco di generazione essenziale per il Paese

def_termoelettrico_sala_comA fine dicembre è stato messo a punto da Terna l’elenco degli impianti di produzione essenziali per la sicurezza del sistema elettrico nazionale nell’anno 2014.

Tale elenco, basato su specifiche delibere dell’Autorità per l’energia, comprende 13 centrali termoelettriche distribuite sul territorio nazionale, che sono considerate essenziali per garantire un adeguato servizio di dispacciamento. Si tratta cioè di impianti che risultano tecnicamente e strutturalmente indispensabili al mantenimento di adeguati livelli di sicurezza del sistema elettrico italiano, perché idonei, in caso di necessità, a far sì che Terna possa comunque garantire una opportuna gestione dei flussi di energia sulla rete di trasmissione nazionale (il cosiddetto dispacciamento, appunto).

Di queste centrali essenziali 5 sono di Enel Produzione. Inoltre Terna ha anche redatto un secondo elenco di impianti essenziali che però non sono connessi alla rete nazionale: in pratica centrali in esercizio nelle isole minori italiane. In questo caso, su 23 centrali totali, 10 sono di proprietà Enel Produzione.

Anche questo è un riscontro puntuale sull’efficienza e sull’importanza delparco di generazione elettrica di Enel, che comprende tutte le principali fonti e tecnologie energetiche, con l’unica eccezione (in Italia) del nucleare: carbone, olio, gas, cicli combinati e turbogas nel settore termoelettrico; idroelettrico, geotermico, biomasse, eolico e solare per quanto riguarda le rinnovabili.

In tutto sono 635 le centrali di generazione elettrica gestite da Enel in Italia: 43 impianti termoelettrici, 33 geotermici, 485 idroelettrici, 35 fotovoltaici e 39 eolici. La potenza installata ammonta a 39.947 MW, di cui oltre il 38% (15.224 MW) da centrali a fonti rinnovabili (dati provvisori al settembre 2013).

Nel complesso si tratta di una infrastruttura fondamentale per la sicurezza del Paese e per il suo sviluppo economico e sociale, che Enel è impegnata con investimenti ingenti a rendere sempre più sicura, competitiva e compatibile con l’ambiente. E anche sempre più innovativa, per adeguarsi al mutare delle esigenze della società, del sistema produttivo e dei singoli clienti, grazie ad un grande e costante impegno in ricerca e sviluppo tecnologico. Un settore, quest’ultimo, nel quale Enel è un leader non solo in Italia ma a livello globale, in particolare per lo sviluppo di tecnologie più efficienti e a basso impatto ambientale.

 

Enel, l’Europa e l’energia che sarà

integrazione_europaSicurezza energetica ed alimentare, sanità e trasporti. È ampio lo spettro di obiettivi che si pone Horizon 2020, il nuovo programma di fondi lanciato il 14 gennaio dall’Unione Europea, e la strada per raggiungerli è fatta di ricerca e innovazione.

“Energia sicura, pulita e efficiente” è tra gli obiettivi di Horizon 2020 per rispondere alle “sfide sociali” e realizzare “un sistema energetico affidabile, sostenibile e competitivo, in tempi di crescente scarsità delle risorse, di incremento del fabbisogno di energia nonché di cambiamenti climatici”.

L’energia è l’elemento nevralgico di molteplici obiettivi. Il programma varato dall’Ue per sostenere innovazione e ricerca pone infatti tra i suoi focus operativi anche “trasporti intelligenti, ecologici e integrati” e “azione per il clima, efficienza delle risorse e materie prime”. Obiettivi considerati primari per lo sviluppo sostenibile dell’Europa e legati in modo imprescindibile all’innovazione e alla ricerca proprio nel settore energetico e in particolare in quello elettrico.

Enel ha fatto di innovazione e ricerca un suo tratto distintivo da diversi anni investendo tutti i settori di attività e i diversi contesti geografici dove opera con iniziative e progetti nei quali sostenibilità ed efficienza energetica si coniugano con competitività e lotta ai cambiamenti climatici.

Da Enel Drive alle startup di Enel Lab, sono davvero tante le modalità percorse da Enel per dare spazio e sostegno all’innovazione applicata lungo tutta la filiera energetica, dalla produzione al consumo finale.

Nel 2013 la ricerca Enel ha avviato diversi progetti innovativi, in particolare in Italia, Spagna e America Latina, che hanno interessato le reti di distribuzione, la mobilità elettrica, l’efficientamento degli impianti di produzione, le rinnovabili e anche il consumo di energia per uso domestico. E nel quadriennio in corso, l’impegno del Gruppo comporterà un investimento complessivo di 300 milioni di euro per sostenere progetti di ricerca e di innovazione tecnologica nel campo della generazione e delle reti elettriche.

Enel, l’efficienza come opportunità di sviluppo

enel_150x106L’attenzione rivolta ai temi dell’efficienza energetica è andata aumentando in misura esponenziale negli ultimi anni, spinta dalla consapevolezza che è su questo tema che si gioca la partita forse più importante per la sostenibilità economica e ambientale.

Priva di grandi risorse fossili, l’Italia ha da sempre dedicato massima attenzione all’efficienza del proprio sistema industriale, al punto che è oggi tra i Paesi più efficienti al mondo per gli usi energetici. L’innovazione tecnologica può però imprimere una nuova e forte accelerazione a questo scenario, come hanno rilevato numerosi studi, tra cui quello recentemente presentato dalla Fondazione Centro Studi Enel in collaborazione con l’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano.

In particolare questo studio ha messo in luce proprio l’impatto che l’innovazione per l’efficienza avrebbe non solo in termini di riduzione delle emissioni e dei consumi di energia, ma sullo stesso tessuto industriale, potendo costituire una fattore incisivo di sviluppo economico e di incremento dell’occupazione.

Proprio sulle opportunità offerte dagli investimenti in efficienza è oggi concentrato gran parte dell’impegno di analisi e di studio della Fondazione Enel.

Per esempio, oltre all’attività avviata con il Politecnico di Milano, che tra l’altro analizza il ruolo delle utility per il rafforzamento dell’efficienza nel Paese, due altre importanti collaborazioni sono in corso con l’Università di Padova e con la Fire.

Il progetto con l’Università di Padova intende valutare gli impatti economici e ambientali derivanti dall’utilizzo dell’elettricità come vettore energetico in alcuni particolari usi finali, analizzando le tecnologie attualmente disponibili e valutandone le implicazioni di lungo periodo sul sistema nazionale.

Il progetto con la Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia (Fire) è invece concentrato sull’edilizia, con l’obiettivo di analizzare le competenze innovative, i modelli di business e le politiche pubbliche per la promozione dell’efficienza energetica nel settore.

Enel e rinnovabili: è il momento del mercato

incentivi_rinnovabiliNegli ultimi anni il mercato italiano ha guadagnato posizioni importanti nello scenario europeo e internazionale delle energie rinnovabili. Un fatto reso possibile anche grazie a un massiccio sistema di incentivazioni – particolarmente generoso nei confronti del fotovoltaico – che ha però comportato oneri rilevanti sia per il sistema dell’energia in generale, sia per i consumatori.

Oggi si moltiplicano le prese di posizione per cambiare questo regime sempre meno sostenibile, a favore di sistemi che privilegino lo sviluppo di filiere tecnologiche nazionali, tenendo però conto della maturità raggiunta dalle singole tecnologie e degli indispensabili aspetti economici e di mercato.

Enel è stato fra i pochi ad aver messo in pratica questa strategia in modo autonomo, con forti investimenti in ricerca e innovazione e ampia diversificazione tecnologica.

I risultati parlano chiaro: il fatturato di Enel Green Power dipende solo per il 22% dalle varie forme di incentivazione. È la dimostrazione che, anche a fronte di incentivi ridotti, è possibile puntare in modo sicuro sulle fonti rinnovabili mature, cioè senza esporsi alla variabilità delle norme e delle situazioni politiche.

Passare a un più equilibrato sistema di incentivazioni delle fonti rinnovabili, che ne accompagni la naturale evoluzione industriale verso la “grid parity”, vuol dire favorirne l’innovazione e quindi la competitività di mercato senza pesare sui consumatori.

Da questo punto di vista è anche importante un coordinamento a livello di europeo e una adeguata flessibilità economica, in modo che da un lato sia garantita la fiducia degli investitori nel settore, ma, d’altro canto, i consumatori possano concretamente vedere i prezzi allinearsi ai minori costi determinati dal progresso tecnologico e dallo sviluppo dei mercati.

Enel, il fotovoltaico di Serre Persano

IMPIANTI ENERGIA SOLARE ENEL.SIUn punto di riferimento dal punto di vista tecnologico, economico e della storia energetica italiana: è il complesso di impianti fotovoltaici di Serre Persano.

Collegata alla rete nel 1994, infatti, questa centrale è stata il primo impianto fotovoltaico di Enel in Italia, ed è rimasta a lungo la più grande d’Europa con 3,3 MW di potenza installata. Dal 2011, inoltre, in seguito a lavori di ammodernamento, Serre Persano opera con 6,6 MW di capacità installata ed è in grado di produrre 9 milioni di kWh l’anno.

Al primo, storico impianto, si sono aggiunti i due campi fotovoltaici di Borgo San Lazzaro e Spineto, collegati alla rete a luglio 2013, che con una capacità installata complessiva di 21 MW sono in grado di produrre fino a circa 30 milioni di kWh all’anno.

“Gli impianti più recenti sono stati progettati e costruiti dopo aver partecipato e vinto una gara gestita dal ministero della Difesa” ha spiegato Elia Barbarulo, responsabile dell’unità territoriale sud e isole di EGP, ai microfoni di Enel Radio. “Il progetto è stato autorizzato a marzo 2013”, ha aggiunto Barbarulo, “e inizialmente prevedeva una connessione onerosa e complicata: per questo abbiamo proposto una soluzione più semplice e siamo riusciti a connettere l’impianto con uno scarsissimo impatto ambientale”.

La realizzazione degli impianti ha creato anche un indotto occupazionale: “per la costruzione sono state necessarie 200.000 ore di lavoro, interessando, nei momenti di picco, fino a 450 lavoratori e 15 ditte della zona”. A ciò si aggiunge il lavoro di manutenzione per gli 80 ettari di territorio e i 1000 metri di cavo solare necessario per collegare i pannelli alle apparecchiature di trasmissione dell’energia prodotta.

Oltre al valore industriale ed economico, Serre Persano soddisfa la curiosità di studenti e visitatori, con iniziative degne di nota quali l’apertura degli impianti alle scolaresche per fini didattici.

Enel, i numeri del mini eolico

minieolicoIl mercato del mini-eolico, a livello mondiale, toccherà i tre miliardi di dollari entro il 2020, con una crescita del 22% l’anno fino alla fine del decennio: sono le previsioni contenute in un recente report Global Data.

In particolare l’ultimo rapporto elaborato dalla società prevede che la capacità cumulativa istallata passerà dai 728 MW registrati nel 2012 a oltre 4.644 MW entro il 2020.

La diffusione del mini-eolico sta crescendo anche in Italia: alla fine del 2012, erano attivi 356 impianti per una potenza effettiva pari a 18,2 MW, con una crescita di 7-8 MW rispetto al 2011.

Numeri ancora contenuti, ma con elevate aspettative di crescita, soprattutto per quanto riguarda le applicazioni del mini-eolico in contesti antropizzati.

Le ragioni sono molteplici: dal ridotto o inesistente impatto sul paesaggio, al regime delle tariffe incentivanti, alla notevole semplicità procedurale.

Anche il Gruppo Enel guarda con fiducia allo sviluppo di questo settore. L’offerta di Enel Green Power Retail per il mini eolico, per esempio, offre proposte personalizzate per abitazioni private, aziende, e usi specializzati, come la generazione di elettricità su barche, yacht, camper e strutture da campeggio.

Nel corso del 2013, inoltre, è stata avviata la fase di test avanzato per la pala minieolica progettata da Renzo Piano e sviluppata in collaborazione con Enel Green Power, una turbina bipala, estremamente sottile, che riduce di un terzo la sua visibilità rispetto alle tradizionali tripale ed è in grado di sfruttare venti minimi, dell’ordine dei 2 metri al secondo. Il prototipo, che è in fase di test nel campo prova di Molinetto di Pisa, dove ha sede anche il centro ricerche di Enel, ha prodotto in due mesi oltre 1200 chilowattora, che sono stati immessi nella rete di distribuzione.

La produzione in serie per il mercato italiano sarà sviluppata al termine di questa fase di test, che sarà effettuata ancora per alcuni mesi.

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