Enel e la nuova cultura d’impresa
Per uscire dalla crisi bisogna invertire il declino del ruolo dell’industria e per farlo è necessario operare non solo a livello strutturale, ma anche culturale. È questo, in sintesi, il messaggio di Gianluca Comin, Direttore delle Relazioni Esterne di Enel, come emerge dalle pagine del magazine trimestrale Oxygen.
L’economia europea è fortemente indebolita, spiega Comin, ed è necessario rafforzare, rinnovare e rilanciare le nostre filiere industriali, il cui know-how rimane il fattore competitivo determinante.
Sarà fondamentale puntare su un orizzonte industriale nuovo, basato su nuovi settori come le macchine per la produzione di beni, la microelettronica e la nanotecnologia, il biotech e i nuovi materiali, la mobilità sostenibile e le smart grids.
L’Europa potrà edificare la propria prosperità futura su questi settori, a costo però di uno sforzo deciso e coordinato, che passa per riforme strutturali quali la riduzione della burocrazia, gli investimenti in ricerca, un framework fiscale che favorisca la produttività e l’innovazione.
Ma la nuova industrializzazione del nostro continente, sottolinea Comin, dovrà basarsi anche su un aspetto culturale: il recupero dell’orgoglio di fare industria. Si tratta di un tema di grande rilevanza, specialmente per l’Italia, che sul tessuto industriale ha edificato la propria crescita dal boom economico in avanti.
Un recupero che ha pilastri valoriali forti da cui partire:
- la centralità della persona, attraverso la valorizzazione del capitale umano, del talento, della sicurezza sul lavoro
- l’enfasi sulla qualità, che deve diventare un attributo immediatamente riconducibile a ogni prodotto del Made in Italy
- il rispetto delle regole, con iniziative volte a sottolineare come le buone regole possano essere uno strumento di crescita condivisa, e non un ostacolo allo sviluppo
- la responsabilità sociale e ambientale delle imprese, superando il concetto filantropia e muovendosi verso la capacità di creare, attraverso il business, valore condiviso con la comunità in cui si opera.
Una nuova epica industriale, conclude Comin, deve necessariamente conquistare le generazioni più giovani, che spesso, nel sistema educativo, non trovano l’ispirazione necessaria per comprendere l’importanza del mondo dell’industria. In questo senso, l’industria dovrà entrare nelle scuole e le fabbriche dovranno aprire le porte alle giovani generazioni.