L'interruttore

Il mondo dell'energia sotto una nuova luce

Archivi per il mese di “gennaio, 2013”

Enel e la nuova cultura d’impresa

oxygen_308Per uscire dalla crisi bisogna invertire il declino del ruolo dell’industria e per farlo è necessario operare non solo a livello strutturale, ma anche culturale. È questo, in sintesi, il messaggio di Gianluca Comin, Direttore delle Relazioni Esterne di Enel, come emerge dalle pagine del magazine trimestrale Oxygen.

L’economia europea è fortemente indebolita, spiega Comin, ed è necessario rafforzare, rinnovare e rilanciare le nostre filiere industriali, il cui know-how rimane il fattore competitivo determinante.

Sarà fondamentale puntare su un orizzonte industriale nuovo, basato su nuovi settori come le macchine per la produzione di beni, la microelettronica e la nanotecnologia, il biotech e i nuovi materiali, la mobilità sostenibile e le smart grids.

L’Europa potrà edificare la propria prosperità futura su questi settori, a costo però di uno sforzo deciso e coordinato, che passa per riforme strutturali quali la riduzione della burocrazia, gli investimenti in ricerca, un framework fiscale che favorisca la produttività e l’innovazione.

Ma la nuova industrializzazione del nostro continente, sottolinea Comin, dovrà basarsi anche su un aspetto culturale: il recupero dell’orgoglio di fare industria. Si tratta di un tema di grande rilevanza, specialmente per l’Italia, che sul tessuto industriale ha edificato la propria crescita dal boom economico in avanti.

Un recupero che ha pilastri valoriali forti da cui partire:

  • la centralità della persona, attraverso la valorizzazione del capitale umano, del talento, della sicurezza sul lavoro
  • l’enfasi sulla qualità, che deve diventare un attributo immediatamente riconducibile a ogni prodotto del Made in Italy
  • il rispetto delle regole, con iniziative volte a sottolineare come le buone regole possano essere uno strumento di crescita condivisa, e non un ostacolo allo sviluppo
  • la responsabilità sociale e ambientale delle imprese, superando il concetto filantropia e muovendosi verso la capacità di creare, attraverso il business, valore condiviso con la comunità in cui si opera.

Una nuova epica industriale, conclude Comin, deve necessariamente conquistare le generazioni più giovani, che spesso, nel sistema educativo, non trovano l’ispirazione necessaria per comprendere l’importanza del mondo dell’industria. In questo senso, l’industria dovrà entrare nelle scuole e le fabbriche dovranno aprire le porte alle giovani generazioni.

Efficienza energetica, l’Italia cresce con Enel

C’è un Italia che continua a crescere, risparmiando. È l’Italia dell’efficienza energetica. Secondo gli ultimi dati disponibili raccolti dall’Enea il risparmio nei consumi registrati nel Paese, tra il 2010 e il 2011, ha segnato infatti un significativo +17%, un dato che si può tradurre, per dare la dimensione del fenomeno, nella quantità di energia che consuma oggi una città come Roma.

I 57.595 GWh risparmiati si inseriscono in un trend virtuoso. Ma la fotografia offerta dal rapporto dell’Enea rivela che, se da un lato il Paese sta facendo reali progressi lungo la strada delineata dal Piano d’azione per l’efficienza energetica, dall’altro molto è ancora possibile fare.

Il risultato realizzato tra il 2010 e il 2011 corrisponde al 46% dell’obiettivo di risparmio energetico da raggiungere entro il 2016 (126.540 GWh) ed è frutto di un cambiamento di rotta che interessa il settore terziario e dei trasporti, quello industriale e dell’edilizia dove ha cominciato a  tradursi in realtà il binomio virtuoso di efficienza e innovazione.

Dalle nuove tecnologie impiantistiche nel terziario ai primi passi del rinnovo del parco automobilistico nei trasporti, i punti sui quali i vari settori hanno realizzato i risultati di efficienza sono diversi.

Il settore industriale ha tratto beneficio dall’introduzione del meccanismo dei Titoli di efficienza energetica (Tee), più conosciuti come “Certificati Bianchi”, che tuttavia non sono stati sfruttati a pieno. In ambito residenziale la differenza di consumi è arrivata soprattutto dall’ impiego di impianti ad alta efficienza.

In questi due contesti in particolare Enel è stata protagonista sia nel biennio 2010-2011 che nel corso del 2012, anno non ancora rilevato dalle analisi dell’Enea, e l’azienda ha offerto diverse soluzioni per l’efficienza tanto alle imprese, quanto alle pubbliche amministrazioni e ai consumatori e clienti privati.

Enel Distribuzione ha offerto un contributo economico collegato al meccanismo dei TTE rivolgendosi nel 2012 tanto al residenziale quanto al terziario che all’industriale. Dalle caldaie alle pompe di calore, dalla sostituzione dei vetri a quella degli inverter (intervento che per il report Enea può fornire ulteriori margini di risparmio sino a 1,4 TWh l’anno su scala nazionale) l’iniziativa di Enel ha contribuito a promuovere interventi su larga scala e a diffondere l’efficienza energetica come cultura condivisa e attenzione sia nella gestione dell’economia domestica sia del business aziendale.

Per sviluppare l’efficienza energetica in ambito residenziale Enel promuove anche soluzioni che  coniugano tecnologia e risparmio e hanno già cominciato a essere sperimentate sul territorio. È il caso di Enel info+, il dispositivo innovativo, congiungendo l’ambiente domestico al contatore elettronico, permette agli utenti di comprendere nel dettaglio il proprio stile di consumo consultandoli direttamente su pc, tablet e smartphone.

Enel Info+ oggi coinvolge le famiglie residenti a Isernia e in altri 13 comuni limitrofi del Molise che rappresentano l’incubatore di un’innovazione destinata a interessare l’intera rete elettrica italiana e a far diventare abitudine un uso più consapevole dell’energia, chiave di volta per trasformare l’efficienza energetica in un’attenzione quotidiana, diffusa e semplice.

La clean technology cresce con Enel Lab

labSi è conclusa la seconda fase della selezione del concorso Enel Lab, l’incubatore di Enel per le imprese start-up italiane e spagnole impegnate in progetti di clean technology.

L’iniziativa, che ha riscosso un enorme successo, darà la possibilità alle giovani imprese di ricevere finanziamenti dai 250mila ai 650mila euro, per un totale di 15 milioni di euro in tre anni, e di sviluppare all’interno dell’azienda il proprio progetto innovativo in campo energetico, offrendo anche servizi e supporto per la gestione degli aspetti amministrativi, contabili e fiscali e la disponibilità dei propri laboratori dove testare e sviluppare prototipi.

Dopo un attento e approfondito studio dei curricula forniti dai 215 candidati, sono passate alla successiva fase del concorso 68 startup italiane e spagnole. I soggetti selezionati hanno fornito un business plan per raccontare la loro tecnologia innovativa e le possibili applicazioni di mercato.

Rinnovabili, efficienza energetica e smart grid gli ambiti tecnologici più scelti dai 68 candidati giunti seconda fase.

In questo modo, Enel conferma il proprio impegno per lo sviluppo sostenibile: permette la realizzazione di progetti innovativi che altrimenti rischierebbero di non trovare spazio nel mercato, e allo stesso tempo favorisce l’occupazione.

Oltre alla promozione delle cleantech attraverso il progetto Enel Lab, Enel partecipa in prima persona alla crescita di questo settore: il Gruppo ha infatti pianificato investimenti pari a circa 400 milioni di euro tra il 2011 e il 2015, per lo sviluppo di un’ampia gamma di tecnologie all’avanguardia nell’ambito delle fonti rinnovabili, dei programmi di efficienza energetica, dello sviluppo delle smart grid, della generazione distribuita e della mobilità elettrica.

Geotermia a bassa entalpia: la leadership di Enel

geotermia_bassa_entalpiaUna delle innovazioni più promettenti nel settore dell’energia geotermica è la possibilità di generare  energia elettrica da fonti a medio-bassa entalpia: cioè, prevalentemente, bacini idrotermali a temperature comprese fra 130 e 170 gradi centigradi.

Tradizionalmente per la produzione elettrica si utilizzano fluidi geotermici a temperatura di 180 °C o superiore, in grado di produrre il vapore necessario ad azionare le turbine. È il caso, per esempio, delle centrali Enel in Toscana, che soddisfano circa il 25% dell’intera domanda elettrica della Regione. I fluidi a temperatura inferiore sono invece finora stati utilizzati solo per scopi termici.

La possibilità di generare elettricità da fonti a medio-bassa entalpia presenta diversi vantaggi e apre nuove prospettive allo sviluppo dell’energia geotermica. Contrariamente alle prime, infatti queste fonti sono largamente diffuse in tutto il pianeta, anche in quei numerosi Paesi che non dispongono di risorse geotermiche di tipo convenzionale. Offrono quindi una concreta possibilità di aumentare la produzione elettrica da fonti rinnovabili senza significative emissioni di CO2.

Per cogliere queste nuove opportunità sono in fase di sviluppo diverse tecnologie che si basano sulla tecnica del ciclo binario. Poiché le temperature in gioco non sono sufficienti a produrre vapore con la pressione necessaria ad azionare le turbine, si usa un circuito secondario a ciclo chiuso, in cui scorre un fluido a basso punto di ebollizione (per esempio ammoniaca o isobutano). È questo secondo fluido che, riscaldato dal calore geotermico, vaporizza azionando le turbine.

Tuttavia, per poter sfruttare le sorgenti a media-bassa temperatura in modo competitivo è necessario investire su tecnologie più efficienti rispetto a quelle oggi disponibili.

Occorre cioè un ulteriore sforzotecnologico, che la Ricerca di Enelsta effettuando  forte del suo ruolo di leader storico nel campo della geotermia. Nell’area sperimentale di Livorno si sta infatti realizzando un nuovo motore, in grado di migliorare significativamente le prestazioni degli attuali impianti di conversione. L’impianto prototipo, unico al mondo per tecnologia e taglia (500 kW), consentirà in breve tempo di validare i criteri di progetto e mettere le basi per un impianto dimostrativo di taglia commerciale in uno dei siti che Enel Green Power sta sviluppando negli USA proprio per lo sfruttamento delle sorgenti a bassa entalpia.

Enel Green Power, il giorno dei 100 GW

1657146-1_IMGRID-1Il 16 gennaio 2013 rimarrà come una data storica per Enel Green Power. In questa giornata infatti ha raggiunto per la prima volta il picco produttivo giornaliero di 103 GWh di elettricità da fonte rinnovabile. Gli impianti di Egp attivi in tutte le tecnologie nei 16 Paesi in cui la società è presente, hanno generato abbastanza energia da alimentare nell’arco di 24 ore – per fornire un ordine di grandezza – 13,5 milioni di famiglie italiane ovvero una produzione sufficiente a rispondere al fabbisogno giornaliero di un Paese come il Perù.

“È un traguardo importante, un risultato raggiunto grazie al contributo di ogni componente dell’azienda – afferma Francesco Starace, AD di Enel Green Power – che descrive molto bene lo sforzo che la società sta compiendo per una crescita quantitativa e qualitativa della capacità installata e per raggiungere standard elevatissimi di efficienza operativa”.

La soglia rappresentata dal picco dei 103 GWh prodotti in una giornata “ci consente di rappresentare efficacemente il lavoro di chi nel corso solo del 2012 , con riferimento ai primi nove mesi, ha permesso di aggiungere al parco di generazione da rinnovabili oltre 1.100 MW di capacità installata” spiega Starace.

I numeri di Egp per i primi tre trimestri del 2012 parlano di una potenza complessiva ormai arrivata a circa 7.700 MW con un progresso superiore al 17% rispetto all’anno precedente

Il traguardo dei 103 GWh raggiunto il 16 gennaio “è un’istantanea relativa ad una sola giornata di lavoro – aggiunge Starace – ma è una foto di grande importanza, perché descrive il frutto di una selezione accurata dei progetti, di una ottimizzazione continua dei processi dell’ingegneria che impegna centinaia di uomini ai quattro angoli del pianeta, e di un approccio scientifico ed innovativo alle attività di esercizio e manutenzione degli impianti che portano la disponibilità degli stessi ai livelli più alti del settore”.

Enel all’insegna della trasparenza

open_data_enelAccelerare il confronto tra le imprese per migliorare il mercato. Aumentare la trasparenza per rendere più partecipativo il dialogo con i cittadini e le istituzioni. Favorire l’innovazione tecnologica, che rappresenta uno dei principali motori trainanti per la crescita economica di ogni Paese industrializzato.

È con questa visione che nel settembre 2011 è partito il progetto Enel Open Data, rendendo accessibili a tutti, senza vincoli di elaborazione né di utilizzo commerciale, i dati e le informazioni economiche, finanziarie e di sostenibilità del Gruppo.

Enel è stata la prima azienda ad applicare in Italia il modello Open Data. Che oggi, a nemmeno due anni dal primo rilascio, viene rinnovato nella grafica e soprattutto nelle funzionalità.

Si tratta di un rinnovamento significativo, dettato dalla volontà di aggiornamento costante e di venire incontro alle esigenze degli stessi utenti, che chiedevano maggiori informazioni, aderenza a più standard diversi e modalità avanzate di ricerca.

La novità principale del nuovo Enel Open Data risiede nell’URL dei dataset, per consentire a tutte le applicazioni che puntano ai contenitori di dati (compresi, ovviamente, anche i semplici links) di funzionare anche dopo l’aggiornamento dei dati. Ora tutti i dataset sono dotati di un URL specifico e immutabile che, alle varie applicazioni costruite sui dati Enel, restituisce sempre il dato più aggiornato.

A fianco di questo sforzo per rendere più fruibili i dati pubblici di Enel, resta l’impegno di arricchire il catalogo con ulteriori tipologie di dati utili per il massimo numero di utenti. Il tutto proseguendo sulla strada dell’Open Government, che, grazie alle più avanzate tecnologie digitali, Enel ha intrapreso da tempo per moltiplicare le possibilità di dialogo con tutti – clienti, dipendenti, Istituzioni e partner commerciali e industriali – attraverso la piena circolazione e il libero utilizzo delle informazioni.

Carbone: con Enel, meno consumi e più efficienza

sesta07Il carbone è tutt’oggi la fonte di energia più usata per soddisfare la domanda mondiale di elettricità, il suo consumo è in costante aumento ed è destinato a crescere ulteriormente nei prossimi decenni. Le innovazioni tecnologiche mirate ad aumentare l’efficienza e a ridurre l’impatto ambientale delle centrali a carbone hanno dunque un importante valore strategico.

Enel è in prima linea nel raggiungimento di questo obiettivo, e studia come portare l’efficienza degli impianti a carbone sino al 50%: “Le nuove tecnologie di generazione” spiega Sauro Pasini, responsabile della Ricerca Enel “permetteranno di ridurre del 28% i consumi di carbone e le corrispondenti emissioni di CO2 rispetto all’attuale media europea, con un abbattimento netto di 260g di CO2 per kWh elettrico prodotto”.

“Per aumentare l’efficienza degli impianti a carbone” spiega Nicola Rossi, responsabile del Filone Sistemi di Generazione, Diagnostica e Automazione della Ricerca “è necessario alzare la temperatura del vapore in ingresso alle turbine dagli attuali 600°C fino a valori prossimi ai 700°C. Queste condizioni di esercizio” continua “comportano la necessità di utilizzare nuovi materiali a base di nichel, più difficili da lavorare e saldare rispetto agli acciai oggi utilizzati”. La risposta ai gap tecnologici esistenti arriva dal progetto ENCIO, guidato da Enel e finanziato dal fondo Europeo RFCS per 9,6 milioni di euro, in aggiunta ai 15,7 milioni di euro provenienti dai fondi stanziati da un partenariato industriale. Nell’ambito del progetto, lo scorso luglio, presso l’impianto Enel di Fusina, è stato aperto il cantiere per la realizzazione di una stazione sperimentale che consentirà il test, su scala reale, dei componenti a elevato spessore dei futuri impianti a 700°C.

Insieme a Endesa, inoltre, Enel sta partecipando al progetto MACPLUS, finanziato dall’Unione Europea e focalizzato sulle più avanzate tecnologie di generazione a carbone oggi disponibili e sulle loro evoluzioni nel breve periodo.

Per quanto riguarda il monitoraggio delle attività che si svolgono all’esterno del perimetro del Gruppo, Enel partecipa alla piattaforma Europea Comtes+, mantenendo piena visibilità sul progetto tedesco Hwt-II. Il progetto consentirà di ricavare informazioni sul comportamento delle leghe di nichel in un regime di funzionamento flessibile.

Il solare termodinamico ‘made in Enel’

solare_archimede_specchiÈ un vero e proprio gioiello tecnologico la centrale solare Archimede di Priolo Gargallo, realizzata presso Siracusa, la città patria del grande scienziato vissuto nel III secolo avanti Cristo da cui il moderno impianto ha preso il nome.

Si tratta infatti di un impianto con caratteristiche uniche nel panorama del solare termodinamico: tecnologia che utilizza grandi specchi parabolici per concentrare la radiazione solare su un fluido termovettore, portandolo così ad altissima temperatura, in modo da poterlo utilizzare per generare il vapore necessario ad azionare convenzionali generatori termoelettrici.

“Nel caso di Archimede – spiega Daniele Consoli, project manager dell’impianto Enel – l’unicità consiste nell’impiego di sali fusi, composti da una miscela di nitrati di sodio e di potassio, che hanno la capacità di immagazzinare il calore raccolto dagli specchi parabolici della centrale per produrre il vapore da avviare alle turbine, raggiungendo i 550 °C come temperatura massima di esercizio”.

Si tratta di una innovazione di grande rilievo – sottolinea Consoli – per almeno due motivi. Perché “permette di sostituire con un fluido che non è né tossico, né infiammabile, gli oli sintetici impiegati nei convenzionali impianti a tecnologia termodinamica”, dando così luogo ad una produzione più sostenibile sul piano ambientale. Inoltre “per effetto delle più elevate temperature di esercizio, superiori anche di 150 °C rispetto agli impianti che utilizzano altri fluidi, consente migliori prestazioni energetiche”.

Ma i sali fusi non sono l’unica novità della centrale Archimede. È anche il primo impianto al mondo ad integrare una centrale solare con un impianto termoelettrico convenzionale, rappresentato in questo caso dal ciclo combinato a gas già in esercizio presso il sito.

In questo modo, l’elettricità prodotta dalla centrale solare, che ha una potenza di 5 MW, si somma alla generazione ottenuta dall’impianto convenzionale, contribuendo a ridurre in misura significativa l’impiego del combustibile fossile.

Inaugurata nel 2010, la centrale Archimede è ancora oggi l’unico impianto solare termodinamico in esercizio in Italia. Svolge quindi un ruolo importante soprattutto per le attività di studio e di valutazione, indispensabili per sviluppare un adeguato know-how tanto per l’impianto quanto per i singoli componenti. È così possibile migliorare l’affidabilità e la competitività della tecnologia, che ha enormi potenzialità di sviluppo nel mondo, e in particolare nei Paesi in via di sviluppo che dispongono di grandi aree desertiche e assolate, come è il caso, per esempio, dei Paesi nordafricani.

Enel Green Power, rinnovabili certificate

dispimgIl 21 gennaio l’AD di RINA Services, Roberto Cavanna, ha consegnato ufficialmente all’AD di Enel Green Power, Francesco Starace, la certificazione ISO 14001 e OSHAS 18001, rispettivamente Ambiente e Sicurezza, per tutto il perimetro degli impianti di Egp, ad esclusione di quelli del Nord America che, come da programma, saranno certificati nel corso del 2013.

Dai parchi eolici ella centrali geotermiche, dalle fonti rinnovabili più “antiche” come l’idroelettrico alle più “giovani” come il solare. Gli impianti di Enel Green Power hanno raggiunto un altro risultato di eccellenza ottenendo la certificazione internazionale di qualità che conferma il cammino di sviluppo nel segno della sostenibilità e dell’innovazione.

Grazie al supporto del team centrale, operativo dal quartier generale di Enel Green Power in Italia, i vari gruppi di lavoro presenti nei diversi Paesi nei quali l’azienda è presente hanno operato nell’ottica della integrazione e nel rispetto e valorizzazione delle specificità locali.

Il processo di certificazione è iniziato nel novembre 2011 con la decisione di implementare in Enel Green Power un unico sistema di gestione integrato Sicurezza e Ambiente. Lungo i due anni che hanno portato al conferimento delle certificazione ISO 14001 e OSHAS 18001 sono state coinvolte di più di 200 persone di tutte i Paesi operanti nel variegato contesto geografico e culturale di EGP.

Enel e la frontiera dell’idrogeno

Tra le opzioni energetiche per il prossimo futuro, l’idrogeno è una di quelle di maggiore interesse. Si tratta infatti di un vettore energetico che unisce una notevole flessibilità d’uso ad una elevata compatibilità ambientale, con diverse possibili applicazioni nel settore dei trasporti e in quelli della generazione e dell’accumulo di energia elettrica.

Il Gruppo Enel svolge un ruolo di primo piano nella ricerca e sperimentazione per rendere concreta una economia dell’idrogeno, con competenze di leadership mondiale in particolare nelle tecnologie di combustione, con l’obiettivo di realizzare centrali termoelettriche a zero emissioni di CO2.

L’idrogeno può essere prodotto sia da fonti fossili, attraverso la gassificazione del carbone, sia da fonti rinnovabili, tramite il processo di elettrolisi.

Il Gruppo è attivo in entrambi i settori: nel primo caso, per esempio, attraverso le ricerche sulla gassificazione del carbone condotte da Endesa e da Enel nell’impianto di Puertollano, in Spagna. Nel secondo caso anche con applicazioni concrete, come quelle attuate per la centrale fotovoltaica di nuova generazione Diamante, dove l’energia generata dai pannelli solari può essere utilizzata per produrre idrogeno e stoccarlo in appositi serbatoi, per poi generare nuova elettricità anche di notte, tramite celle a combustibile.

Ma è soprattutto nella generazione termoelettrica da idrogeno che le competenze di Enel sono di assoluto rilievo. Come testimonia la centrale inaugurata nel luglio 2010 a Fusina (Venezia), che, con i suoi 16 MW di potenza, è il primo impianto di taglia industriale al mondo ad utilizzare idrogeno puro come combustibile.

Si tratta di un gioiello tecnologico preso ad esempio in tutto il mondo. Anche perché, date le particolari caratteristiche dell’idrogeno (che brucia più velocemente e a temperature molto più alte del metano) e non esistendo esperienze confrontabili, la Ricerca di Enel ha dovuto sviluppare una tecnologia di combustione del tutto nuova, con innovazioni di rilievo anche per quanto riguarda i materiali e i componenti industriali.

Una esperienza di successo, che dimostra come sia possibile raccogliere frutti importanti da un impegno seriamente rivolto verso l’innovazione e il rispetto dell’ambiente.

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