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Il mondo dell'energia sotto una nuova luce

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Enel al Festival dell’Energia tra innovazione e geopolitica

patrizia_grieco_enelInnovazione e sostenibilità, rinnovabili e competitività. L’Italia dell’energia deve muoversi verso il futuro avendo ben presenti questi obiettivi da perseguire insieme e in modo integrato. È in sintesi il messaggio emerso dalla nona edizione del Festival dell’Energia (Milano 12-14 maggio) intitolato “Energy to come: il diritto al futuro”.

Enel ha partecipato alla nona edizione della manifestazione con gli interventi della Presidente Patrizia Grieco e del Responsabile Italia, Carlo Tamburi che hanno portato l’esperienza e la visione del Gruppo in fatto di rinnovabili, innovazione e capacità di competere a livello internazionale.

Il Festival dell’Energia rappresenta un punto d’incontro di esigenze e proposte di governi, istituzioni, imprese e cittadini rispetto al fabbisogno energetico nazionale e alla ricerca di un modello di sviluppo basato su innovazione, sostenibilità economica e sociale.

Ideato nel 2008, il Festival è una delle principali manifestazioni del settore energetico italiano. La nona edizione si è svolta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio dei ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo Economico e della Presidenza del Consiglio dei ministri.

 

Non c’è futuro senza innovazione, non c’è innovazione senza visione del cambiamento, non c’è visione del cambiamento senza sostenibilità

Festival dell’Energia 2016

 

Patrizia Grieco, presidente di Enel, ha partecipato al panel che ha aperto i lavori, incentrato sul tema “Geopolitica: le nuove coordinate energetiche”, al quale hanno preso parte, fra gli altri, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il direttore di Limes Lucio Caracciolo, l’AD di Edison Marc Benayoun e la presidente dell’Aspen istitute, Marta Dassù.

Nello scenario energetico globale sempre più competitivo l’Italia è chiamata a molteplici sfide ed Enel ha chiaro il suo compito per continuare a sostenere lo sviluppo del Paese. “Non abbiamo paura dell’Asia” ha detto Patrizia Grieco riferendosi al crescente ruolo dei produttori energetici che arrivano da Oriente. “Siamo il più grande operatore al mondo nelle rinnovabili. Nel 2015 l’Italia ha coperto il 35.5 % dei consumi elettrici grazie alle rinnovabili”.

“Fattori essenziali per la crescita delle rinnovabili sono le reti intelligenti e lo storage. L’Italia ha tutte le carte per poter produrre ed esportare innovazione in questi settori”

Patrizia Grieco, presidente Enel

 

Rinnovabili e innovazione tecnologica costituiscono il binomio decisivo per portare sempre più energia pulita ed efficiente nelle case degli italiani. E la presidente di Enel ha ricordato anche che sono tra gli elementi determinantiper garantire elettricità all’oltre 1 miliardo di persone che ancora oggi non vi hanno accesso nel mondo.

L’innovazione da forma al nuova paradigma verso il quale si sta muovendo l’intero settore energetico. Al workshop “Innovazione: processi e tecnologie” il direttore di Enel Italia, Carlo Tamburi ha ricordato il ruolo di “anticipatore di innovazione” ricoperto dall’azienda in fatto di digitalizzazione della rete con i contatori elettronici intelligenti e di sviluppo della mobilità elettrica con la creazione di una rete infrastrutturale destinata a diffondersi sempre di più nel Paese.

 

L’innovazione ha imposto un’accelerazione che richiede nuove competenze e nuovi modelli di sviluppo oltre che di relazione sociale e business

 

Enel continua a svolgere anche oggi un ruolo da apripista con l’installazione nelle case degli italiani degli smart metering di seconda generazione e “anche con il progetto delle colonnine bidirezionali” apparecchi che “consentono non solo di prelevare energia dalla rete, ma anche di re-immetterla” trasformando il guidatore elettrico in attore attivo del nuovo sistema, distribuito, smart e sempre più efficiente.

 

Girls Go Tech, creatività e innovazione femminile crescono con Enel

Girls Go Tech Enel

Girls Go Tech Enel

Settanta ragazze tra i 16 e i 19 anni sono state protagoniste a Roma, nell’Auditorium Enel, di Girls Go Tech Camp, un’iniziativa di formazione basata su un format didattico internazionale (l’Innovation & Creativity Camp) che mette alla prova competenze trasversali come lo spirito d’innovazione, la capacità di lavorare in team, il senso d’iniziativa e il public speaking. Il tutto per offrire alle giovani partecipanti un punto di vista divertente e appassionante della scienza e delle materie tecniche.

Il Camp è stato promosso da Enel, insieme a Valore D e Junior Achievement Europe, con l’obiettivo di sensibilizzare le ragazze, prossime a scegliere gli studi universitari, verso materie tecnico-scientifiche. Attualmente infatti la presenza femminile in quest’ambito è inferiore al 20 per cento. Questo perché continuano a persistere barriere culturali, stereotipi di genere, pregiudizi sociali e discriminazioni sul lavoro.

Condizionamenti che, nel nostro Paese, impediscono l’espressione di un enorme potenziale. L’Italia, ha spiegato Michela Catenacci di Valore D, è ancora lontana dalla neutralità di genere nel lavoro: siamo al 111° posto su 140 Paesi analizzati dal World Economic Forum per quanto riguarda la partecipazione delle donne nell’economia. E il 49 per cento delle giovani è inattivo. Nel mondo della scuola invece le ragazze sono più performanti dei ragazzi: si laureano di più, in tempi più brevi e con risultati migliori. “Le nuove professioni legate al digitale, alle biotecnologie, alle nuove energie – ha quindi esortato Catenacci – hanno bisogno di scienziate, di ragazze intelligenti, motivate, che lavorino con passione e capaci di cambiare i paradigmi e lo stesso modo di lavorare. Per dar vita a un approccio al lavoro e alla leadership più materno e bilanciato ”.

Il mondo del lavoro chiede infatti alle nuove generazioni una preparazione basata su competenze tecnologiche e umanistiche, unite a creatività e imprenditorialità.

“Il 60 per cento dei bambini che studiano oggi, faranno in futuro un lavoro che attualmente non si conosce”, ha sottolineato la presidente Patrizia Grieco intervenendo all’evento”.

“In Europa – ha aggiunto – c’è oggi un fabbisogno di 120mila esperti ICT l’anno e si stima che nel 2020 il fabbisogno sarà di 900mila unità. ICT e innovazione saranno in futuro sempre più una mescolanza tra competenze tecnologiche, umanistiche, creatività, imprenditorialità”.

 

La formula di Girls Go Tech Camp ha visto le 70 studentesse coinvolte, suddivise in dieci team e guidate da altrettanti tutor, competere nella definizione di un nuovo concept di prodotto, di cui ideare anche una specifica esperienza digitale per promuoverlo. Al termine di tre intense sessioni di lavoro, che hanno impegnato le ragazze per l’intera giornata, ogni team ha presentato la propria proposta, sottoponendola alla valutazione di un’apposita giuria formata da dodici responsabili di diverse funzioni di Enel (da Innovazione & Sostenibilità al Mercato).

Ad aggiudicarsi il primo posto, il progetto “Eye Touch”, destinato a un target di clienti diversamente abili, e in particolare, a bambini affetti da cecità. L’idea consiste nella realizzazione di un kit composto da una pen-drive, da un guanto e da una App. Strumenti connessi e funzionali tra di loro, al fine di soddisfare un bisogno primario dei bambini, come quello di disegnare, di difficile realizzazione tuttavia per chi è affetto da cecità. Grazie al kit un bambino non vedente potrebbe disegnare, avendo la percezione dei colori (dai più freddi ai più caldi) con il guanto che “tocca” lo stesso disegno in 3D, e quanto inizialmente  impostato nella penna drive, grazie all’apposita App.

Eye Touch ha conquistato la giuria per la creatività espressa, per l’innovazione – trattandosi di qualcosa non ancora esistente sul mercato – e per l’efficacia del piano di comunicazione, incentrato sulle tecnologie  digital. Le giovanissime ideatrici di Eye Touch sono state premiate dalla presidente Grieco che ha concluso la giornata esortando le ragazze a guardare al futuro, facendo “una scelta con la testa ma anche con il cuore”.

 

Enel, innovare l’energia con la rivoluzione digitale

smart_grids_citta_notte_3“I dati sono il nuovo petrolio”. È un’affermazione che capita spesso di sentire o leggere, sintetizza una realtà ormai consolidata del mondo nel quale viviamo: l’era digitale premette di raccogliere, analizzare, distribuire e ricevere una quantità sempre più elevata di informazioni. I Big Data stanno rivoluzionando intere industry, modelli di business e la nostra vita quotidiana.

Nel settore energetico il digitale significa innovazione a 360°: ha aperto nuovi scenari e nuove opportunità destinati a cambiare in modo definitivo ruolo, compiti e attività delle utility. Dalla generazione di energia alla distribuzione, sino al consumo ogni ambito della filiera energetica è trasformato dalla digitalizzazione.

 

Secondo una ricerca condotta da The Innovation Group le aziende italiane hanno investito complessivamente 68,4 miliardi di euro nel 2015 in tecnologia digitale e la cifra è destinata a salire costantemente nel corso del decennio.

 

I principali investimenti riguardano le cosiddette Nuove digital technologies (NDT) che con la loro crescita sopperiscono alla contestuale contrazione del mercato dell’IT tradizionale: la diffusione di tecnologie cloud, mobile, analytics e Big Data mostrano come le aziende siano alla ricerca di strumenti in grado di garantire agilità al business e nello stesso tempo concepiscano l’ICT in modo nuovo e con un ruolo diverso dal passato anche più recente.

 

Digitale è sinonimo di open innovation sia perché la tecnologia abilita soluzioni innovative sia perché essa stessa è diventata opportunità di nuovi business e innovazione.

 

Se un tempo l’IT serviva a gestire i progetti oggi è protagonista centrale delle attività di un’azienda. L’esempio dei Big Data è forse il più eloquente e immediato: nell’ambito energetico, la possibilità di raccogliere e processare le informazioni raccolte dagli impianti, siano essi rinnovabili e tradizionali, o dai consumatori si traduce in azioni dirette che accrescono quasi in tempo reale l’efficienza delle centrali, migliorano le modalità di utilizzo delle risorse, riducono le spese dei cittadini e aprono a nuovi servizi, dalla mobilità elettrica alla domotica.

 

La strategia Open innovation di Enel, varata ormai un anno e mezzo fa, ha portato l’IT a diventare attore protagonista nelle dinamiche del business.

 

Il Gruppo ha introdotto la figura del Chief Innovation Officer che lavora a stretto contatto con un Comitato di innovazione, per raccogliere informazioni provenienti dall’esterno, dalle università, dal mondo della ricerca, dalle piattaforme di condivisione di idee.  Startup, aziende piccole e grandi dell’IT e delle TLC ma anche singoli makers diventano partner perché portatori di forme di innovazione disruptive in grado anche di aprire nuovi mercati.

 

Individuare innovatori esterni all’azienda e soluzioni di trasformazione digitale che nascono all’interno del Gruppo è sempre più decisivo per accrescere competitività e sostenibilità del business.

 

Il personale Enel in tutto il mondo, ad ogni livello e in ogni ambito, ha già oggi a disposizione tecnologie e strumenti per utilizzare le soluzioni offerte dal digital; basti pensare al sistema di work force management per i tecnici operativi nel servizio di manutenzione della rete di distribuzione, alle soluzioni smart e IoT al centro di progetti come Enel Info+, sino alla presenza social dell’azienda che si caratterizza sempre di più come canale di dialogo con consumatori e stakeholder.

Il progetto 6Digital, lanciato da Enel nell’ottobre 2015, è un tassello di questo nuovo percorso avviato dal Gruppo che vuole diffondere innanzitutto al suo interno cultura e competenze digitali. Rendere consuetudine per tutti un ‘pensiero laterale digitale’ significa sia aprirsi a un nuovo modo di guardare e sviluppare il lavoro abituale – si pensi alle soluzioni in cloud e alle piattaforme di live sharing – sia aprire l’azienda a nuove opportunità di business rese percorribili dal digitale, come documentano i progetti di operation & maintenance degli impianti eolici e solari di Enel Green Power o quelli per l’auto elettrica e la diffusione delle smart technologies in Italia e all’estero.

 

Gli Smart-Eco Transformer di Enel per una rete più sostenibile e innovativa

EDistriubuzione15_InnovazTrasformatoriIl boom delle rinnovabili ha spinto la rete di distribuzione verso un rinnovamento tecnologico, per rispondere alle esigenze dei clienti diventati oggi anche prosumer, ovvero consumatori e produttori di energia. Un cambiamento che, insieme al miglioramento continuo della qualità del servizio, costituisce uno dei driver dell’innovazione tecnologica.

I delicati equilibri legati alla regolazione della tensione e alla necessità di dare stabilità alla rete elettrica, per garantirne il funzionamento ottimale, sono resi possibili da una serie di tecnologie oggi in continua evoluzione per rispondere al passaggio da una rete passiva ad una rete attiva.

Per rendere più sostenibili e smartle reti, l’unità Tecnologie di Rete di Enel Distribuzione sta lavorando ad importanti innovazioni per garantire ai clienti finali un servizio sempre migliore. Una di queste riguarda l’installazione di “Smart-Eco Transformers”  per l’alimentazione delle linee di bassa tensione (BT).

Si tratta di trasformatori trifase MT/BT, che utilizzano oli vegetali come isolanti e dotati di regolazione automatica della tensione. L’innovazione nasce dall’unione di due progetti. Il primo riguarda la sperimentazione dell’uso di oli isolanti in estere vegetale (derivati dalla soia e dalla nocciola) nei trasformatori utilizzati per l’installazione sui pali delle linee elettriche di bassa tensione, al posto degli oli minerali. L’obiettivo è di ridurre l’impatto ambientale legato alla dispersione degli oli, causata spesso dal furto di questi componenti, letteralmente tirati giù dai pali per ricavarne rame. “Per cercare di arginare il danno ambientale dovuto a questa pratica fraudolenta – spiega Gianni Andreella di Enel Distribuzione – abbiamo iniziato a sperimentare l’impiego di oli vegetali, biodegradabili al 95% e con un alto punto di infiammabilità, per ridurre il rischio ambientale e quello d’incendio”.

Il secondo progetto, precisa Antonio Cammarota responsabile Centro di Sviluppo Soluzioni Trasformatori, Componenti Media e Bassa Tensione e Componenti per Fibra Ottica di Enel Distribuzione, “riguarda la sperimentazione di trasformatori di media e bassa tensione di ultima generazione, smart perché capaci di regolare in automatico la tensione ed equipaggiati con dispositivi per il monitoraggio della tensione da remoto. Una soluzione tecnologica non ancora sperimentata in Italia e il cui compito è di garantire in qualsiasi condizione di funzionamento il corretto profilo di tensione nella fornitura di elettricità ai clienti finali”.

Per valutare funzionalità e affidabilità di queste macchine, è stata avviata una sperimentazione in campo pianificando l’installazione di 32 trasformatori smart, due dei quali sono stati messi in servizio a novembre in Campania, nelle zone di Caserta e di Avellino. Gli altri, sono in corso di installazione e alcuni saranno riempiti con oli isolanti vegetali, diventando i primi Smart-EcoTransformers installati sulla rete elettrica.

“I nuovi trasformatori – aggiunge Flavio Mauri di Enel Distribuzione – rispetteranno gli standard di efficienza in termini di riduzione delle perdite di energia sulla rete secondo quanto previsto dalla direttiva europea Ecodesign mirata a ridurre le emissioni di CO2 . Inoltre tali componenti avranno caratteristiche aggiuntive rispetto a quanto richiesto dalla normativa UE in termini di flessibilità verso le nuove esigenze di rete e di sostenibilità ambientale”.

Enel è sempre alla ricerca di soluzioni innovative e sostenibili, sia nella generazione sia nella distribuzione. E in tema di trasformatori del futuro, il gruppo è impegnato, insieme ad altre grandi aziende del settore elettrico, nel progetto europeo Speed, che lavora alla realizzazione di prototipi di trasformatori basati sull’elettronica di potenza anziché sull’induzione magnetica. Una tecnologia le cui applicazioni pratiche potranno essere sperimentate nei prossimi anni.

 

Enel e l’innovazione “made with Italy”

smart_grids_citta_notte_3Il futuro dell’energia nasce con l’Italia. Tecnologie e innovazioni che stanno trasformando il nostro modo di vivere e utilizzare l’elettricità crescono e si diffondono grazie al know how tricolore. E nel mondo diventa sempre più importante il brand del “made with Italy” perché il Belpaese può offrire esperienze e competenze che servono a costruire reti e città intelligenti, diffondere la mobilità elettrica, integrare sempre di più le rinnovabili nel sistema energetico e molto altro ancora.​

Smart grid e smart city sono progetti nei quali il “made with Italy” ha una lunga storia che si collega alla leadership Enel nell’ambito dello smart mettering. Il contatore elettronico, che per primi abbiamo sviluppato a livello internazionale e già diffuso in Italia con oltre 30 milioni di apparecchi, è lo snodo centrale delle reti intelligenti e del loro ingresso nelle abitazioni di tutti i cittadini.

La diffusione dei contatori elettronici, che dall’Italia hanno già cominciato a diffondersi anche in Spagna e Romania e in alcuni Paesi dell’America Latina, è una missione per Enel. L’esperienza e le competenze tecnologiche maturate con il progetto Telegestore sono alla base di numerose iniziative tra le quali l’associazione no profit Meters and More avviata da Enel per la diffusione a livello internazionale del protocollo aperto di comunicazione alla base del sistema di telegestione sviluppato per la prima volta in Italia. Fanno parte dell’associazione aziende di distribuzione elettrica, meter manufacturer, fornitori di servizi tecnologici, system integrator e istituti di ricerca e certificazione provenienti da tutto il mondo.

I sistemi di accumulo di energia sono una delle frontiere più avanzate dell’innovazione che apre a nuovi scenari sia per quanto riguarda l’integrazione delle rinnovabili nel sistema energetico sia per lo sviluppo di un nuovo modo di generare, distribuire e consumare l’elettricità.

Collaboriamo con diversi partner industriali internazionali impegnati nello sviluppo delle nuove tecnologie di storage per introdurle nei diversi ambiti della nostra attività operativa. In Italia abbiamo avviato i primi due progetti del Paese per l’integrazione dei sistemi di accumulo con impianti alimentati da fonti rinnovabili – il campo fotovoltaico di Catania e il parco eolico di Potenza Pietragalla (Cosenza) – e abbiamo dato vita, già dal 2011, al Progetto Isernia dove lo storage è inserito  in un ampio sistema di generazione distribuita progettato e implementato in ottica smart grid.

La mobilità elettrica coinvolge sempre più settori industriali e ambiti istituzionali. Lavoriamo insieme a case automobilistiche, aziende di ICT e TLC, amministrazioni pubbliche, centri ricerca e altri operatori energetici per sviluppare infrastrutture di ricarica dei veicoli, tecnologie da implementare sulle auto e modelli di interoperabilità che permettano facile accesso ai “distributori” elettrici a livello territoriale.

L’esperienza maturata in Italia, dove la e-mobility di Enel ha iniziato ad andare su strada già dal 2008, ci ha portato oggi a collaborare con le principali case automobilistiche per sviluppare sistemi di ricarica rapida e innovativi – tra gli esempi le “colonnine” fast recharge e la tecnologia Vehicle to grid – e con network internazionali per individuare standard internazionali che rendano sempre più diffuse le auto elettriche.

Le tecnologie delle rinnovabili stanno vivendo un costante sviluppo. Ormai diventati centrali nello scenario energetico globale, eolico, solare e geotermia non crescono solo in numero di impianti e MW installati ma anche in soluzioni innovative.

I Big Data per rendere sempre efficienti impianti fotovoltaici e manutenere wind farm, i sistemi idraulici di nuova generazione per le perforazioni geotermiche ma anche i prototipi per utilizzare il l’energia del mare sono esempi di innovazioni che prendono forma in Italia per crescere anche all’estero. È il “made with Italy” che collega infatti il distretto della geotermia di Enel Green Power in Toscana con l’impianto di Cerro Pabellón in Cile e quello di Stillwater negli Stati Uniti, le macchine marine R115 e ISWEC con il centro ricerca cileno per lo sviluppo della marine energy che vede la partnership tra EGP e DNCS.

In un mondo nel quale l’innovazione ha una dimensione sempre più globale e vive di dinamiche collaborative, l’Italia svolge un ruolo guida nella trasformazione del settore energetico grazie a un know how decennale che Enel sta aprendo al mondo con progetti e partnership che crescono all’insegna del “made with Italy”.

 

L’innovazione italiana “si fa in sette” con Enel

arcobalenoSistemi di car sharing, flotte intelligenti di droni o device per il controllo dei consumi domestici; soluzioni per le famiglie, grandi aziende e anche per le piccole e medie imprese. Sono tante e molto diverse le idee delle sette startup italiane selezionate tra le 28 vincitrici del secondo bando di INCENSe, l’acceleratore dedicato alle aziende della clean technology sostenuto dalla Commissione Ue attraverso il programma FIWARE.

L’innovazione “made in Italy” grazie a Enel cresce per arrivare a proporre sul mercato globale progetti che traducono la filosofia dell’open innovation in una possibilità di sviluppo per singoli, imprese e intere comunità.

Le 7 startup italiane vincitrici di INCENSe confermano la creatività che da sempre caratterizza la cultura imprenditoriale del Paese ed è capace di esplorare i nuovi mondi che le tecnologie digitali aprono per lo sviluppo del settore energetico, ma non solo. Le 7 startup e i progetti proposti sono:​

  • Archon Technologices Srl ha creato il prototipo “Archon Sentinel” che utilizza una mappa 3D per coordinare il volo di più droni, garantendo 24/7 l’operabilità degli UAV. Aumenta la qualità del servizio dando un’ottima visuale d’angolo, visione notturna e report automatici.
  • Atooma Srl ha creato una piattaforma in grado di sviluppare sistemi in grado di comunicare l’uno con l’altro. Ciò alleggerirà di molto il lavoro degli sviluppatori. La piattaforma potrà anche gestire i dati generati da più sensori e dalle app, in modo da ingaggiare meglio l’utente.
  • Toi Srl ha proposto il sistema di raffreddamento intelligente ROI. Il sistema presenta soluzioni per le PMI che han bisogno di ridurre i costi di refrigeramento mantenendo traccia delle temperature e dei vari parametri per garantire la qualità dei prodotti.
  • Midori Srl propone “Ned”, un sistema domestico di analisi dei consumi basato sulla tecnologia NILM. È composto da un sensore intelligente connesso al contatore che invierà messaggi agli utenti riguardo il consumo di energia, prevenendone gli sprechi. Tutto attraverso un app.
  • Greenlab Engineering Srl propone “GE2C”, un sistema di ottimizzazione per i network a basso voltaggio; un’evoluzione di DECOS (Distributed Energy Control System), un sistema patentato per la regolazione di potenza e misurazione elettrica.​
  • Leaf Spa propone Leaf Gateway, un device elettronico che permette di monitorare la produzione e il consumo di energia domestica. Interagisce con le installazioni solari create da LEAF Microinverter e legge attraverso wi-fi i consumi di energia.
  • Scuter Srl ha ideato un sistema innovativo di car sharing con una flotta proprietaria di veicoli elettrici. Ciascuno di questi è smart, connesso e ha una serie di sensori collegati con una piattaforma cloud e una mobile App.

Le 28 vincitrici di INCENSe, tra le quali figurano le 7 startup tricolore, riceveranno ciascuna un contributo a fondo perduto fino a 150mila euro, senza obbligo di partecipazione nel capitale sociale, e potranno contare sul supporto da parte delle aziende partner di INCENSe: un programma di incubazione di 6 mesi, sezioni di training con esperti del settore, appositi workshop su programmi di finanziamento europei, supporto da parte del network delle aziende del consorzio. Inoltre le start-up avranno la possibilità di collaborare con i partner INCENSe alla progettazione e verifica dei propri progetti.​

 

2016: Italia più smart e sostenibile con Enel

sustainability_coverReti intelligenti, punti di ricarica veloce delle auto elettriche, sistemi di illuminazione pubblica a LED, digitalizzazione della rete di distribuzione e diffusione di dispositivi smart tech per il controllo dei consumi domestici: è lungo l’elenco degli avvenimenti che documentano la trasformazione smart dell’Italia portata avanti da Enel, un percorso che anche nel 2016 si appresta a compiere ulteriori passi dopo i tanti realizzati nell’anno appena concluso.​

La smart grid di EXPO di Milano – la prima realizzata green field a livello mondiale – il progetto RES NOVAE a Bari e Cosenza o i tanti sistemi per l’illuminazione intelligente implementati in molte città della Penisola, dall’Emilia Romagna alla Calabria, sono alcuni degli esempi più significativi degli interventi che il 2015 di Enel ha lasciato in eredità al nuovo anno. Il 2016 è già cominciato sotto il segno dell’evoluzione smart dell’Italia che, oltre all’avvio del piano per l’installazione a livello nazionale dei contatori elettronici di nuova generazione, vedrà iniziare o entrare nel vivo diversi progetti significativi.

Firenze nel 2016 darà il via al suo progetto smart city nell’ambito del programma europeo Replicate. Grazie a un investimento di circa 1,4 milioni di euro e interventi di innovazione digitale sulle reti elettriche, il progetto renderà il capoluogo toscano uno degli esempi più avanzati di città intelligente a livello europeo grazie allo sviluppo di efficientamento energetico, mobilità sostenibile, innovazione tecnologica. Enel è tra i partner del Comune di Firenze e creerà una vera e propria smart city nelle tre aree pilota individuate dal progetto – i quartieri di Novoli, Cascine e Piagge – che interesserà oltre 92mila abitanti per un risparmio di 3.100 di tonnellate di CO2 annue. Enel metterà poi a disposizione 600 smart info, che consentiranno ai cittadini di monitorare e gestire i consumi in modo intelligente, e supporterà attivamente il Comune nei progetti di mobilità sostenibile attraverso sistemi di monitoraggio, ricarica e informazioni smart da rendere disponibili alla popolazione locale. Il contributo di Enel prevede, inoltre, interventi su cinque cabine primarie e oltre 100 cabine secondarie sulle quali verranno installate le funzionalità più evolute di controllo e automazione di rete favorendo anche l’integrazione delle rinnovabili.

In Puglia rinnovabili e smart technology saranno ancor più protagoniste grazie al progetto Puglia Active Network (PAN), che nell’arco del quadriennio 2014-2018, prevede di mettere in campo una serie di interventi che interessano oltre l’80% delle Linee di medi a tensione ed oltre 8.000 cabine (tra primarie e secondarie) presenti nelle aree a bassa e media densità abitativa della regione, dove si registra una forte penetrazione di rinnovabili. Il PAN ha l’obiettivo di ottimizzare le performance della rete elettrica abilitandola a una gestione innovativa, per ottenere il miglioramento del servizio sia in termini qualitativi sia di riduzione delle interruzioni. Nell’ambito di Puglia Active Network, che insieme alla distribuzione del kit Enel Info+ ha già registrato i primi interventi per l’automazione digitale delle cabine di trasformazione, sono previsti anche interventi per l’implementazione di punti di ricarica per auto elettriche nel territorio regionale che vanta già oggi progetti di e-mobility avanzati nelle città di Bari, Brindisi e Lecce.

 

Enel e i numeri dell’innovazione

421-a806541_137x1121200, 20, 15: l’innovazione di Enel “dà i numeri”. E non sono quelli di una improbabile tombola prenatalizia, ma i dati del lavoro svolto sino ad oggi con le startup su 12 priorità tecnologiche per le quali Enel ha individuato al strada dell’open innovation come la più efficace e adatta per rispondere alle nuove esigenze di un settore come quelle energetico, in costante e rapida evoluzione. 1200 sono le startup valutate dall’Innovation team del Gruppo sino ad oggi, 20 le collaborazione attive con imprese 2.0 e 15 i partner con i quali sono in corso programmi di investimento, accelerazione e incubazione per le startup.​

Le 12 priorità tecnologiche sulle quali le startup vengono inviate a proporre le loro soluzioni corrispondono ad altrettanti ambiti di sviluppo che ben rappresentano sia l’orizzonte verso il quale si sta muovendo l’intero settore elettrico a livello globale sia il profilo che sempre di più Enel sta assumendo nel suo cammino verso il nuovo paradigma energetico contrassegnato da sostenibilità, innovazione e un modello di business low carbon.

Storage energetico, Internet delle cose, mobilità elettrica sono solo alcuni dei 12 campi d’azione dove il coinvolgimento delle startup messo in atto negli ultimi anni dall’Innovation team di Enel sta già portando i suoi frutti grazie a progetti che, in parte, hanno iniziato a diventare best case anche a livello internazionale. Tra i 17 influencer di tutto il mondo premiati con il titolo Agents of Change dalla campagna #MakeTechHuman di WIRED e Nokia c’è ad esempio Karim El Malki, italiano, CEO e fondatore con Gianluca Verin della startup Athonet dedicata allo sviluppo di reti mobili, tra le prime imprese 2.0 coinvolte da Enel nel suo progetto di open innovation.

L’orizzonte globale dell’innovazione ha portato Enel ha coinvolgersi con startuper e makers di tutto il mondo e allo stesso tempo ha proiettato il Gruppo sulla ribalta internazionale dell’open innovation tanto che, ad esempio, Enel è stata sponsor del TechCrunch Disrupt di Londra (7-8 dicembre), la convention annuale itinerante dedicata alle startup innovative in ambito tecnologico, compiendo così un altro passo concreto lungo il percorso di “connessione” tra il Gruppo e la community globale degli innovatori.

 

Enel, quando l’innovazione è un fatto sociale

enel_ingegneriCompagni di viaggio lungo la strada del cambiamento verso un mondo sostenibile: è la chiave di lettura della partnership tra Enel e Ashoka, presentata il 2 ottobre a Milano in occasione del lancio del programma della fellowhsip italiana dell’associazione che da 35 anni è impegnata nella selezione e formazione di imprenditori sociali a livello globale.

Ashoka è un’associazione globale di innovatori sociali, persone di tutto il mondo che hanno trasformato in impresa le loro idee per rispondere ai problemi sociali e ambientali più urgenti nei più diversi contesti locali. Dal 1981 l’associazione ha eletto quasi 3000 imprenditori sociali come Ashoka fellows, fornendo loro stipendi di sussistenza, supporto professionale e accesso a una rete globale di persone, attive in 82 Paesi, che sono state in grado di trasformare un’esigenza sociale in un’opportunità di sviluppo per le comunità in cui essa si manifesta.

Enel è partner strategico di Ashoka in forza del suo modo di essere impresa globale immersa nei diversi contesti locali e del suo modello di Creating Shared Value (CSV) grazie al quale il Gruppo e le aziende che ne fanno parte integrano la sostenibilità in tutti i punti della catena del valore che dà forma al business di Enel nei 32 Paesi dove è presente.

“Everyone a changemaker” è il motto che Ashoka pone al centro della sua vision e che nella giornata del 2 ottobre è stato documentato dal racconto di alcuni fellow italiani selezionati dall’associazione per le loro iniziative di impresa sociale dal Kenya al Brasile. La consapevolezza che “ognuno è attore del cambiamento” è alla base anche della vision di Enel, presente all’evento di Milano con l’intervento di Ernesto Ciorra, direttore della funzione Innovazione e sostenibilità di Enel. Il Gruppo è infatti promotore di progetti e partnership con le comunità locali nei Paesi dove opera così come di iniziative di open innovation  con startup e imprese 2.0 che pongono la creatività e la libera intrapresa delle persone al centro di un percorso di cambiamento che parte dal business model dell’azienda per coinvolgere popolazioni e territori nella costruzione di un futuro sostenibile tanto a livello locale quanto globale.

 

Enel, quando l’innovazione è a misura d’ambiente

thermoelectric_power_plants_308x218Agosto non è stato un mese di vacanza per operatori e ingegneri della centrale Enel di Brindisi. Il periodo estivo è stato infatti tutto dedicato alle prove tecniche dei nuovi carbonili destinati a entrare a breve in funzione alla Federico II compiendo così il percorso dell’opera da 150 milioni di euro che poterà l’impianto termoelettrico pugliese ad aumentare ulteriormente in efficienza e sostenibilità ambientale.

I dome di Brindisi sono il simbolo di un continuo processo di sviluppo nel segno dell’ambiente e dell’efficienza energetica che Enel porta avanti con tutte le tecnologie nel suo portafoglio. Insieme alle innovazioni introdotte nel campo delle rinnovabili – le più recenti in Italia vengono dalla geotermia, con l’inaugurazione della centrale ibrida di Cornia 2 e dell’impianto di perforazione HH300, e da solare ed eolico, con gli impianti che integrano sistemi di storage a Catania e Potenza Pietragalla – sono tante anche le nuove tecnologie e soluzioni che caratterizzano il parco di generazione termoelettrica di Enel e dall’Italia vengono esportati anche all’estero.

Lo sviluppo dell’efficienza degli impianti tradizionali è un elemento portante della nuova visione di Enel che ha avviato un ampio programma di revisione dei suoi asset per valutarne competitività e sostenibilità. Insieme al progetto Futur-E per la destinazione a nuovo uso di 23 centrali termoelettriche italiane, l’azienda ha infatti continuato il suo percorso di implementazione delle migliori soluzioni per l’ambientalizzazione degli impianti alimentati con combustibili fossili. Dal nuovo gruppo a turbogas della centrale di Porto Empedocle in Sicilia ai dome di Brindisi sono numerose gli esempi di interventi che permettono al parco impianti di Enel di offrire performance sempre più elevate ed efficienti.

Il know how di Enel in Italia in fatto di soluzione per l’ambientalizzazione degli impianti termoelettrici è un patrimonio che il Gruppo utilizza anche negli altri Paesi del mondo dove sono in esercizio suoi impianti tradizionali. Anche in questa diffusione delle best practice gli esempi sono molteplici. Tra i più recenti si può citare l’implementazione dei nuovi sistemi per la depolverizzazione dei fumi con filtri a manica nella unità della centrale di Reftinsky negli Urali: una vera e propria rivoluzione copernicana per l’intero settore termoelettrico della Russia che mai sino a prima aveva avuto a disposizione nei suoi impianti soluzioni in grado di ridurre del 99,9% le emissioni di ceneri per un equivalente di oltre 10mila tonnellate l’anno.

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