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Brindisi, i nuovi dome per l’efficienza targata Enel

ENEL-FEDERICOII-130hDimensioni equivalenti a due stadi di calcio, colpo d’occhio pari a quello di un palazzetto dello sport. A Brindisi, nella centrale Enel Federico II, sono ora operativi due dome, ovvero carbonili coperti che avranno la capacità di stoccare e movimentare, in sicurezza e con il massimo rispetto dell’ambiente, ben 180.000 tonnellate di carbone ciascuno.

Con 1.200 m³ di struttura principale, 1.300 m³ di pannelli, oltre 400 travi principali e 300 triangoli di copertura, i due dome costituiscono le cupole geodetiche in legno lamellare più grandi d’Europa. La copertura in legno lamellare, materiale molto resistente sia dal punto di vista meccanico sia in caso di incendio, garantisce un panorama atipico per una struttura industriale.

Tutti i carichi di combustibile saranno gestiti interamente al coperto. Nel suo percorso dal molo alla centrale il carbone non vedrà più la luce del sole, sia se destinato allo stoccaggio, che alla combustione diretta in caldaia. I dome rappresentano attualmente il più grande progetto ambientale di Enel in Italia, l’ultimo di una serie di investimenti nella città di Brindisi che ospita la più grande centrale a carbone nel nostro Paese.

“Il progetto rappresenta dal punto di vista ambientale quanto di meglio si possa fare oggi a livello mondiale. Si tratta di un impianto che già rispetta abbondantemente i limiti di legge sul piano delle emissioni, ma l’obiettivo è fare anche meglio di quanto prevede la normativa” ha dichiarato Fausto Bassi, responsabile Unità di Business Brindisi di Enel.

La sicurezza, in linea con le priorità aziendali, ha rappresentato la stella polare del progetto. Sono state erogate più di mille ore di formazione alle ditte appaltatrici, mentre l’utilizzo di materiali prefabbricati (sia nella parte meccanica che in quella civile), con l’ausilio di mezzi di sollevamento di ultima generazione, ha permesso di ridurre le attività in quota. Le strutture dei dome, integrate con nastri trasportatori, saranno completamente automatizzate e richiederanno la presenza di operatori solo per controlli periodici.

 

Scuola e lavoro crescono insieme a Enel

brindisi_enel_miur“Una nuova strada per la formazione in Italia”, “che serve alle aziende ma soprattutto ai ragazzi”. Per il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, il programma scuola-lavoro avviato da Enel con gli studenti di 7 istituti tecnici di altrettante città italiane rende il tanto invocato dialogo tra scuola e mondo del lavoro “non più teorico ma reale”.

Incontrando i 20 ragazzi di Brindisi che partecipano al progetto, Toccafondi ha ricordato che l’iniziativa varata da Enel insieme a ministeri del Lavoro e dell’Istruzione, Regioni e sindacati rappresenta una modalità per “combattere la disoccupazione giovanile, che ha raggiunto nel nostro Paese la percentuale drammatica del 44%”.

La Centrale Enel Federico II ha ospitato i 20 studenti brindisini dell’istituto superiore ITIS Giorgi il 5 novembre. Con loro anche i genitori e le rappresentanze dei vari soggetti coinvolti nell’iniziativa: il sindaco di Brindisi Cosimo Consales, il presidente della Provincia di Brindisi Maurizio Bruno, l’assessore all’Istruzione della Regione Puglia Alba Sasso, il responsabile dell’ufficio scolastico regionale Vincenzo Melilli, il preside dell’ITIS Giorgi Maria Luisa Sardelli, il responsabile della produzione Enel di Brindisi Francesco Bertoli, e il responsabile Enel Infrastrutture e Reti Puglia e Basilicata Roberto Zanchi.

Gli studenti sono stati assunti dal gruppo Enel con un contratto di apprendistato, che inizia durante il quarto anno scolastico e si conclude col diploma. Un’opportunità di lavoro che si arricchisce anche con la possibilità per i ragazzi di continuare l’esperienza formativa per un altro anno in base alla valutazione di merito. Lo scopo del progetto è quello di far vivere agli studenti un percorso con contenuti teorici più affini alle esigenze industriali arricchito, soprattutto, da una parte pratica finalizzata a completare la loro formazione individuale.

Gli istituti tecnici interessati dal programma, oltre all’ITIS Giorgi di Brindisi, sono: l’istituto “Avogadro” di Torino, il “Pacinotti” di Mestre, il “Marconi” di Piacenza, il “Meucci” di Firenze, il “Marconi” di Civitavecchia, il “Gadda-Fermi” di Napoli.

“È un percorso diverso, sicuramente più faticoso ma che darà loro competenze lavorative vere da spendere subito dopo la fine del quinto anno” ha affermato Toccafondi augurandosi “che questa esperienza costruita insieme ai protagonisti della scuola, diventi modello replicabile per altre esperienze con altre aziende in tutto il Paese” e ringraziando Enel che “ha accettato immediatamente il dialogo con la scuola diventando promotore e apripista di questa sperimentazione”.

I numeri del progetto Enel di alternanza scuola-lavoro rivelano che l’iniziativa incontra la domanda degli studenti e delle scuole stesse. Su 145 posti disponibili ben 452, infatti, sono state le domande dei ragazzi. I giovani in quarta svolgeranno circa 650 ore direttamente in azienda e in quinta 350, per un totale di circa 1000 ore in due anni. È un percorso impegnativo ma, come ha sottolineato il sottosegretario del Miur, “gli studenti sono i primi a comprendere l’utilità dello strumento” che nasce dall’esigenza di inserire diplomati nelle posizioni tecnico-operative aziendali evitando periodi lunghi di formazione post diploma.  Di qui il progetto di anticipare l’ingresso degli apprendisti in azienda collaborando con la scuola, al fine di condividere un percorso con contenuti teorici più allineati alle esigenze industriali e con la parte pratica finalizzata a completare la formazione individuale.

Il programma sperimentale mira a conseguire il diploma di istruzione tecnica avendo già maturato un’esperienza di lavoro, presupposto per una successiva qualifica professionale. Dei 20 giovani studenti brindisini, 12 saranno collocati in Enel all’interno della Distribuzione e 8 nella Produzione di energia elettrica presso la centrale “Federico II”. Nei giorni scorsi, infatti, i ragazzi hanno incontrato a Brindisi, in centrale i rispettivi Direttori delle aree a cui saranno assegnati.

Enel, nuove assunzioni in vista alla “Federico II” di Brindisi

enel_150x106Età massima di 29 anni, residenza nella provincia di Brindisi, diploma in discipline tecnico-professionali o titoli equiparati.

Sono i requisiti necessari per partecipare alle selezioni per l’assunzione presso la centrale “Federico II” di Brindisi, inviando il proprio curriculum entro il 31 dicembre 2013 sull’ apposita pagina del sito enel.it.

L’azienda conferma dunque il proprio impegno a dare nuovo impulso all’occupazione del territorio. Un’inversione di tendenza nel mercato del lavoro, dove anche nel settore della produzione energetica si registrano più ‘allontanamenti’ che ‘ingressi’.

Le selezioni sono inserite nell’ambito della nuova campagna di assunzioni di Enel, che prevede l’inserimento in azienda di circa 1500 giovani in tutta Italia.

“Noi assumiamo almeno 1.500 giovani che inseriamo nella nostra azienda in continuazione di una politica che abbiamo sempre attivato in questi ultimi anni. Da dieci anni a questa parte abbiamo assunto più di novemila persone, più di mille negli ultimi due, e quindi questi 1.500 si aggiungono ad una politica di attenzione ai giovani, al pieno impiego e alla sostenibilità sociale del nostro essere un’azienda leader nel nostro settore in Italia” ha dichiarato l’ad Fulvio Conti.

Ad oggi, sono circa 100 le assunzioni di giovani brindisini già effettuate da Enel per la centrale “Federico II” dal 2005.

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L’esempio della CCS di Enel

coal_power_plants_308x218Ottimizzare l’integrazione dei processi di cattura della CO2 con quelli di produzione termoelettrica: è l’obiettivo della campagna sperimentale Octavius, che coinvolgerà l’impianto pilota per la cattura della CO2 della Centrale Federico II di Brindisi.

Octavius mira a dimostrare l’integrazione, l’operabilità e la flessibilità di processi post-combustione di prima generazione e a prepararne la loro applicazione su impianti full-scale. Per questo è stato scelto l’impianto pilota di Brindisi, una delle installazioni più significative a livello mondiale, per taglia e tipologia di esperienze possibili.

Finanziato attraverso l’FP7 – Seventh Framework Programme, il progetto Octavius coinvolge, oltre a Enel, altri 16 partner del mondo della ricerca e dell’industria, di cui 13 provenienti dall’Unione Europea, 1 dalla Federazione Russa, 2 dal Sud Africa.

Nel campo della cattura e sequestro della CO2 (CCS – Carbon Capture and Storage) Enel è protagonista da oltre un decennio. Nel marzo 2011 ha messo in esercizio l’impianto pilota di Brindisi, mentre numerosi altri progetti sono in corso con Università, centri di ricerca e imprese, tra cui con Eni per un importante progetto di liquefazione, trasporto e stoccaggio della CO2.

In Spagna, Endesa ha inaugurato nel 2010 un impianto sperimentale nella centrale a carbone di Compostilla; più recentemente, due progetti pilota sono stati avviati a La Pereda e Almeria, quest’ultimo per la cattura della CO2 attraverso le microalghe.

Di rilievo anche le numerose collaborazioni internazionali: la partecipazione, in qualità di socio fondatore, al GCCSI (Global Carbon Capture and Storage Institute), una iniziativa del Governo australiano che prevede oltre 20 progetti pilota; l’accordo con la Kepco, in Corea, per la realizzazione congiunta di un impianto pilota e di uno dimostrativo di taglia industriale; diversi progetti di ricerca e industriali in Cina, tra cui uno per la realizzazione di un impianto pilota in grado di catturare 1 milione di tonnellate di CO2 l’anno presso la centrale a carbone di Tongchuan.

La CCS di Enel per abbattere le emissioni

carbone_pulito_enelChe ruolo potranno recitare le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio nel processo di transizione verso un modello energetico sostenibile?

Il tema è all’ordine del giorno nel dibattito politico e scientifico per individuare e utilizzare tutte le leve utili a raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione del settore energetico.

Nel caso della CCS (dall’inglese Carbon Capture & Storage) sono stati già raggiunti risultati di rilievo attraverso l’entrata in funzione dei primi impianti dimostrativi. I quali confermano che si tratta di una tecnologia che, applicata ai grandi impianti di generazione elettrica, può offrire un contributo elevato alla stabilizzazione delle emissioni di CO2.

Le principali difficoltà che si frappongono all’ulteriore sviluppo della tecnica e alla sua commercializzazione sono oggi legate essenzialmente ai costi e ai rilevanti finanziamenti necessari. L’indebolimento delle politiche di sostegno verso questo settore in ambito Ue, in una situazione di perdurante crisi economica, va letta essenzialmente in questa chiave.

Ma l’Unione Europea,  che considera le tecnologie CCS prioritarie per il contrasto ai cambiamenti climatici, insiste sull’importanza di giocare un ruolo da protagonisti nello sviluppo del settore. Come pure sul fatto che occorre non perdere ulteriore tempo nel definire con precisione una strategia condivisa in materia, e poi far seguire i fatti alle parole.

Sono molti gli operatori industriali attivi sullo scacchiere internazionale che hanno avviato progetti  di rilievo e che ora sono in attesa di segnali chiari  dai decisori politici. È il caso del Gruppo Enel che si è attivato da tempo in questa direzione e che ha già messo in campo un’esperienza importante con l’entrata in funzione nel marzo 2011 dell’impianto pilota di Brindisi: un impianto  che consente di separare dai fumi di combustione 2,5 tonnellate all’ora di CO2,  fino a circa 8.000 tonnellate l’anno.

Enel, momento decisivo per i progetti CCS

co2_soleÈ nota l’esigenza di rendere velocemente disponibili le nuove tecnologie per la cattura e lo stoccaggio della CO2 (CCS – Carbon Capture and Storage), in modo da poter coniugare il crescente utilizzo dei combustibili fossili con l’esigenza di contenere le emissioni e con esse il rischio di un eccessivo riscaldamento globale.

Meno noto è il fatto che, pur trattandosi di tecnologie ancora sperimentali, il contributo della CCS comincia ad essere tangibile. Nel mondo, infatti, vi sono 15 progetti su larga scala in fase operativa o in completamento, con una capacità di stoccaggio (35 milioni di tonnellate di CO2) che è pari alle emissioni di 6 milioni di automobili.

Il Gruppo Enel, per esempio, è tra i primi operatori al mondo per competenze acquisite e progetti realizzati e in fase di sviluppo. Non solo con l’impianto pilota di Brindisi (Italia) e quello di Compostilla (Spagna), ma anche con innovativi progetti per l’assorbimento della CO2 tramite calcare e microalghe.

Tuttavia la diffusione commerciale della CCS, pur essendo quasi a portata di mano, pone ancora diverse sfide. A cominciare da quelle derivanti dalla crisi economica e finanziaria internazionale, che ha ridotto i finanziamenti di numerosi progetti di ricerca e sviluppo. Per questo motivo l’Unione Europea sta ora razionalizzando le risorse disponibili con l’obiettivo di concentrarle sui progetti più promettenti.

È una occasione anche per il Gruppo Enel, che ha già competenze eccellenti e progetti di riconosciuto valore internazionale. L’importante, ora, è unire gli sforzi tra industria, istituzioni e società civile, per evitare contrapposizioni ideologiche su questa nuova tecnologia, strategica per il settore energetico, ed eliminare gli ostacoli e le lentezze burocratiche e amministrative.

Enel, un 2012 all’insegna dell’efficienza energetica

esplora_3Accrescere l’efficienza energetica è uno dei percorsi più efficaci per ridurre le emissioni e i costi, ed Enel è da sempre impegnata su questa strada in tutti gli anelli della catena dell’energia: dalla generazione elettricaalle reti di trasmissione e distribuzione, fino agli usi finali, come il riscaldamento e il raffreddamento degli ambienti, l’illuminazioneinterna ed esterna, le utenze domestiche e la mobilità.

Nel corso del 2012, sono state e sono ancora numerose le iniziative, le attività e le partnership realizzate da Enel per la promozione dell’efficienza energetica nella produzione, nella distribuzione e nel servizio ai clienti.

Per esempio, sarà possibile, fino al 31 dicembre, aderire all’offerta lanciata da Enel Distribuzione per promuovere la diffusione su larga scala di interventi di efficienza energetica nel settore residenziale, terziario ed industriale, offrendo un contributo economico collegato al meccanismo nazionale dei Certificati Bianchi a coloro che realizzano gli interventi.

Tra i risultati più interessanti, nell’ambito del Progetto Isernia, è da annoverare Enel Info+, un dispositivo innovativo che rappresenta l’elemento di congiunzione tra l’ambiente domestico e il contatore elettronico. È infatti sufficiente inserirlo in qualsiasi presa elettrica di casa per farlo interagire con un apposito display  (ma anche con un computer o con uno smartphone) e offrire l’opportunità di consultare in maniera semplice i dati relativi ai consumi attuali e a quelli passati.

Nel corso dell’anno, Enel ha inoltre stretto due importanti partnership con General Electric, finalizzato allo sviluppo progetti di efficienza energetica e riduzione delle emissioni di CO2 su tutto il territorio nazionale, e con Schneider Electric, per dare il via alla commercializzazione integrata di energia e di prodotti e servizi per l’efficienza energetica, in particolare ai clienti con P. IVA e Pubblica amministrazione.

Un’altra delle innovazioni Enel per l’efficienza, presentata alla fiera internazionale Ecomondo, tenutasi a Rimini, è Archilede High Performance, il nuovo sistema a LED di Enel Sole, interamente telegestito e tele controllato. Archilede permette di ridurre fino all’80% i consumi di energia e le emissioni di CO2 (e del 25% rispetto alla versione precedente) e garantisce la possibilità di regolare la luminosità in base alle necessità legate alle condizioni climatiche, del territorio, di visibilità e di traffico.

Per concludere, sul fronte dell’efficienza degli impianti, nel corso del 2012 sono stati effettuati rilevanti investimenti di carattere ambientale presso la centrale a carbone di Brindisi, fra cui modernissimi filtri a manica, interventi sul nastro trasportatore e l’avvio dei lavori di realizzazione di due carbonili coperti che consentiranno una logistica del carbone totalmente al chiuso. Per quanto riguarda la geotermia, l’altra fonte rinnovabile storica italiana, è da annoverare il completo rinnovo della centrale Rancia 2 di Radicondoli (Siena).

Enel per un uso sempre più efficiente e sostenibile del carbone

carbone_efficiente_enel-2Il carbone è tutt’oggi la fonte di energia più usata per soddisfare la domanda mondiale di elettricità. Il suo utilizzo è inoltre destinato a crescere ulteriormente nei prossimi decenni. Per questo le innovazioni tecnologiche mirate ad aumentare l’efficienza e a ridurre l’impatto ambientale delle centrali a carbone hanno un importante valore strategico per il settore energetico a livello globale.

E non solo per gli aspetti economici, per quelli di sicurezza degli approvvigionamenti e di contenimento delle emissioni, ma anche per l’integrazione della produzione elettrica generata in modo crescente da fonti rinnovabili non programmabili, come il sole e il vento.

Si tratta di un processo di integrazione che è una delle priorità delle politiche energetiche dell’Unione Europa, in relazione all’assoluta necessità di gestire le reti elettriche nelle migliori condizioni di sicurezza e di equilibrio.

La leadership che Enel detiene in questo campo riguarda tanto la realizzazione di centrali ad elevata efficienza, quanto i progressi compiuti verso l’obiettivo di impianti a zero emissioni, per esempio con lo sviluppo di tecnologie CCS (Carbon Capture and Storage), cioè di cattura e sequestro geologico della CO2.

In relazione al primo aspetto, la centrale di Torrevaldaliga Nord (Civitavecchia) rappresenta uno degli esempi più avanzati al mondo dei livelli di efficienza e di contenimento dell’impatto ambientale che è oggi possibile raggiungere con un impianto a carbone.

Riguardo al secondo aspetto, l’entrata in esercizio a Brindisi del primo impianto italiano di CCS ha già consegnato ad Enel un primato su scala europea.

Rendere sempre più ridotto l’impatto ambientale del carbone è però una sfida che non può conoscere limiti. Enel ne è ben consapevole, come dimostra l’impegno profuso nelle attività di ricerca anche in ambito internazionale. Ne è solo un esempio la partecipazione ai programmi europei (MacPlus in Spagna ed Encio, coordinato dall’Area di Ricerca Enel di Pisa) per l’ulteriore sviluppo della tecnologia ultrasupercritica, che riveste importanza decisiva per l’ulteriore efficientamento degli impianti a carbone e per accelerare gli sviluppi delle tecnologie CCS.

Enel per un carbone sempre più pulito

Il carbone è la principale fonte di elettricità al mondo. Copre infatti oltre il 40% della generazione elettrica: un primato che secondo tutte le  previsione non verrà scalfito per decenni.

Le attività di ricerca e di innovazione per ridurre sempre di più l’impatto ambientale del carbone assumono dunque una importanza strategica per il sistema energetico mondiale.

Enel è in prima fila in questa sfida, con risultati che hanno già avuto rilievo internazionale. Ne è un esempio la centrale di Torrevaldaliga Nord  (presso Roma), che nei fatti costituisce la dimostrazione pratica di come la strada del “carbone pulito” è realistica e praticabile.

Si tratta di un gioiello di tecnologia, all’avanguardia per i livelli di efficienza, che adotta sistemi di movimentazione e stoccaggio del carbone a zero dispersione di polveri all’esterno, grazie a strutture completamente chiuse, depressurizzate e  automatizzate. Altrettanto avanzati sono i sistemi di trattamento delle ceneri di combustione e quelli per l’abbattimento delle emissioni inquinanti, con “filtri a manica” di ultima generazione che la rendono una delle centrali con minore impatto ambientale al mondo.

Enel è impegnata a creare condizioni di maggiore sostenibilità per tutte le proprie centrali a carbone, in tutti i Paesi in cui opera. Tra gli esempi più recenti vanno citati i lavori di ammodernamento e ambientalizzazione della centrale di Reftinskaya, la più grande centrale a carbone della Russia e una delle maggiori al mondo. Qui, tra l’altro, verranno installati  – per la prima volta in Russia – filtri a manica in grado di tagliare del 95% le emissioni di polveri in atmosfera.

Nella centrale italiana “Federico II” di Brindisi, invece, sono in corso di realizzazione due carbonili coperti che consentiranno una logistica del carbone totalmente al chiuso.

Ma una importanza maggiore, per il significato strategico che assume nella lotta ai cambiamenti climatici, rappresentano le attività di ricerca e innovazione in materia di cattura e stoccaggio della CO2 (CCS) emessa dagli impianti a carbone. Settore, anche questo, che vede Enel all’avanguardia, anche grazie all’entrata in esercizio a Brindisi, nel marzo 2011, del primo impianto italiano di cattura della CO2.

Progetto “Filiere Corte” di Enel, nuova vita al carbone

Evitare che i residui di produzione diventino rifiuti convertendoli in nuovi prodotti da immettere sul mercato. La grande sfida della sostenibilità ambientale ha in queste pratiche uno dei suoi punti di forza e il riutilizzo delle ceneri prodotte dalla combustione del carbone nelle centrali termoelettriche ne rappresenta un caso esemplare.

L’impegno di Enel in questo campo è stato crescente nel tempo, accompagnato da attività di studio e di ricerca che hanno consentito di mettere a punto nuove applicazioni per il riutilizzo delle ceneri.

“Le centrali a carbone di Enel – ha ricordato Francesco De Luca del Centro Ricerche Enel di Brindisi, in un’intervista rilasciata ad “Eureka”, la rubrica di “Radio Enel” dedicata alla scienza e alla tecnologia – producono ogni anno in Italia circa 1,2 milioni di tonnellate di ceneri che per l’85%  vengono destinate al riutilizzo”.

Il loro principale campo di impiego è nell’edilizia e nelle costruzioni. In questo settore  le ceneri trovano utilizzo come materia prima per la produzione di vari tipi di cemento, nella sostituzione del cemento per la realizzazione di calcestruzzo e anche in altre applicazioni, come nella produzione di leganti speciali. I vantaggi sono rilevanti non solo sotto il profilo economico, ma anche ambientale, in particolare per le emissioni evitate di CO2. “Grazie al riutilizzo delle ceneri operato da Enel – ha osservato De Luca – si determina ogni anno un risparmio di emissioni in Italia di 1 milione di tonnellate di CO2”.

Ma le potenzialità del mercato del riutilizzo delle ceneri non sono ancora sfruttate completamente. Per questo motivo Enel ha lanciato il progetto “Filiere corte” con l’obiettivo di valorizzare in particolare il bacino della centrale “Federico II” di Brindisi, dove operano circa 600 aziende nel settore dell’edilizia tra Puglia e Basilicata. Alla valorizzazione economica e ambientale dei residui di produzione della centrale, il progetto affianca proposte per lo sviluppo dei mercati locali e l’incremento delle conoscenze scientifiche per la produzione di prodotti sempre più competitivi.

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