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Enel, centrale di Brindisi più sicura ed efficiente grazie alla tecnologia

italia_piacenza_004La centrale Enel Federico II di Brindisi, uno degli impianti più all’avanguardia d’Europa, prosegue il suo percorso di innovazione con l’installazione di una rete dedicata 4G-LTE applicata anche al cantiere adiacente, impegnato nella costruzione delle coperture dei carbonili.

Frutto della collaborazione tra Athonet Smartgrid – start-up del progetto di incubazione promosso da Enel – e 3 Italia, operatore mobile del gruppo Hutchison Whampoa, la micro-rete TDD-LTE installata nella centrale si basa su due componenti fondamentali. La piattaforma LTE Virtual Mobile Core Network (EPC), distribuita da Athonet Smartgrid, garantisce il funzionamento di servizi in ultra-broadband a bassissima latenza ed elevata affidabilità, con controllo locale da parte del cliente e a costi accessibili grazie al software completamente virtualizzato. La tecnologia TDD-LTE di 3 Italia consente di distribuire in modo ottimale la capacità tra le due direzioni di trasmissione dati: uplink, originata da sensori, terminali e videocamere, e downlink, proveniente dalle piattaforme di rete.

La soluzione studiata da Athonet Smartgrid e 3 Italia per la centrale “Federico II”, integrata nei sistemi informatici di Enel e in linea con i requisiti richiesti dai protocolli di settore, assicurerà la videosorveglianza live dell’intera area, il monitoraggio dei mezzi, la comunicazione audio-video tra addetti e rete aziendale, la trasmissione di allarmi da sensori fissi o mobili indossati dal personale. Un esempio perfetto di Industrial Internet of Things, il nuovo paradigma di industria smart che punta a elevare gli standard di sicurezza ed efficienza dei processi aziendali.

“La capacità di creare velocemente reti dedicate con tecnologia LTE rappresenta per noi un importante elemento per migliorare la produttività e la sicurezza dei nostri asset produttivi” ha commentato Ernesto Ciorra, responsabile Funzione Innovazione e Sostenibilità di Enel. “Attraverso la nostra strategia di open innovation, che vede la continua collaborazione con startup innovative come Athonet Smartgrid, puntiamo ad ampliare l’offerta di servizi integrati ai clienti di tutte le società del Gruppo”.

La geotermia di Enel e la tecnologia italiana

geotermia_5_2Che la geotermia sia un’eccellenza italiana è un dato di fatto da oltre 100 anni, da quando cioè il vapore dei pozzi dell’area di Larderello in Toscana ha cominciato ad essere sfruttato per la produzione di energia. Questo primato ha permesso al Gruppo Enel di costruire il know how  che oggi la rende protagonista dello sviluppo della geotermia a livello globale, di macinare record – l’ultimo è rappresentato dai 5548 GWh di produzioni annua nel 2014 – e di continuare lo sviluppo della tecnologia con soluzioni sempre più sostenibili ed efficienti, come dimostra il recente avvio dell’impianto di Bagnore 4.

La geotermia è un’eccellenza made in Italy tanto quanto le famose tre f: food, fashion and forniture che caratterizzano l’export e il nome dell’Italia nel mondo. E proprio l’ultima nata tra le centrali di Enel Green Power conferma questo primato tecnologico e di competenze che ha già permesso ad Enel di avviare progetti geotermici in America Latina, Stati Uniti e anche Africa.

Bagnore 4 è stata costruita con materiali italiani e il dettaglio non è secondario se si pensa che l’impianto ha richiesto un investimento totale di circa 120 milioni di euro ed è stato progettato tenendo conto dei migliori standard a livello mondiale, delle migliori tecnologie ambientali disponibili e con un sofisticato sistema di monitoraggio e tele-diagnostica, in grado di garantire elevati standard di affidabilità e di efficienza.

Enel Green Power è impegnata con le amministrazioni locali anche per sostenere un percorso di sostegno e di trasferimento di know how per la nascita di imprenditoria locale ad alta specializzazione, nei settori della meccanica e dell’automazione, con l’obiettivo di incrementare le ricadute sul territorio e l’occupazione indiretta dell’indotto geotermico.

Geotermia e occupazione formano un binomio consolidato in Toscana dove EGP ha previsto un piano di investimenti di circa 600 milioni di euro nel quinquennio 2014-2018 generando ricadute sul sistema produttivo delle province coperte dal distretto geotermico. Come hanno dichiarato di recente un nutrito gruppo di aziende dell’Amiata “negli ultimi due anni, molte imprese locali dei settori edile, movimento terra, manutenzione e tutela del territorio, impiantistica, carpenteria metallica e meccanica che occupano alle proprie dipendenze 350 maestranze, hanno avuto l’opportunità  di operare per Enel prima nel riassesto dell’area geotermica di Piancastagnaio e poi alla costruzione della centrale Bagnore 4, per un totale di lavori svolti di circa 12 milioni di euro”.

Nel cantiere del nuovo impianto geotermico, allacciato alla rete nel dicembre scorso, hanno lavorato per oltre un anno 130 persone, mentre a regime l’impianto ne occuperà circa 40 tra addetti diretti e indiretti. Inoltre, come sottolineano ancora le imprese amiatine “enorme è poi l’indotto (ristoranti, bar, alberghi, distributori di carburanti e negozi in genere) che determina un tale flusso economico insieme al flusso altrettanto consistente determinato dal lavoro delle ditte esterne che hanno eseguito lavori altamente specializzati”.

Enel, tecnologia al servizio dei consumatori

mondo2Si scrive customer empowerment, si legge la tecnologia al servizio dei consumatori. Nell’epoca degli smartphone delle reti wireless e dell’internet delle cose, il settore energetico è stato uno dei primi a iniziare sperimentazioni e progetti per utilizzare diffusamente le tecnologie 2.0 in modo da offrire ai cittadini servizi e soluzioni intelligenti nel segno del risparmio, dell’efficienza energetica e della riduzione dei consumi.

L’evoluzione tecnologica della rete elettrica permette di gestire la distribuzione di energia in modo più efficiente e flessibile, rispondendo in modo adeguato alle differenti esigenze dei clienti e introducendo soluzioni che li aiutano ad adottare comportamenti più consapevoli nell’utilizzo dell’elettricità. Enel ha avviato diversi progetti sia per analizzare i comportamenti dei clienti sia per dare loro la possibilità di monitorare i propri consumi, favorendo così la diffusione di una cultura dell’efficienza energetica in grado di interessare le abitudini quotidiane dei cittadini. Tra i principali progetti avviati in Italia ci sono:

Enel Info+ mette a portata di mano dei clienti i dati registrati dal contatore di consumo/produzione e della propria utenza. Il progetto prevede un test su larga scala attraverso la distribuzione a circa 8000 famiglie di un kit composto dal dispositivo Enel smart info, dallo Smart Info display, da un applicativo per PC (smart info manager) e da una app per smartphone (smart info mobile). L’impatto del kit sui comportamenti di consumo viene valutato oggettivamente attraverso il confronto delle curve di carico raccolte durante la sperimentazione con quelle relative ai periodi precedenti e attraverso indagini sociologiche che raccoglieranno anche aspetti qualitativi e soggettivi;

Energy@home è piattaforma di comunicazione tra smart device in ambito indoor nata dalla collaborazione tra Enel, Electrolux, Indesit Company e Telecom Italia. Grazie ad essa è possibile sviluppare servizi che consentono la regolazione dei consumi in casa, con un controllo ancora più attento sull’uso e sull’efficienza degli elettrodomestici, così da evitare picchi, sovraccarichi di rete e massimizzare il consumo dell’energia nelle ore a costo inferiore;

ComeConsumo, prevede l’installazione di un sistema di visualizzazione in tempo reale dei consumi, sia in locale sia tramite web, consentendo anche l’acceso ai dati storici di consumo

Dall’introduzione del contatore elettronico alle soluzioni per sviluppare la generazione distribuita e le smart grid, il cammino intrapreso ormai da più di dieci anni da Enel per introdurre intelligenza in tutti gli ambiti del settore elettrico, dalla generazione sino al consumo finale di energia, è una continua evoluzione che unisce esperienza, tecnologia e attenzione ai clienti. I progetti di customer empowerment documentano questo impegno costante nel quale domotica, efficienza delle reti, miglioramento delle performance degli impianti parlano l’unico linguaggio delle sostenibilità, ambientale ed economica.

Enel e le smart cities: non solo tecnologia

smartcity_2014“L’innovazione tecnologica e digitale va sviluppata tenendo come riferimento l’obiettivo più importante: la sostenibilità ambientale”. È all’insegna delle convergenze che Livio Gallo, direttore della Divisione Infrastrutture e Reti di Enel, ha aperto il convegno “Smart cities: il futuro delle città. Un’opportunità per l’Italia”, organizzato il 2 luglio nella sede Enel di Roma in collaborazione con la rivista Limes, introdotto e moderato dal direttore della rivista Lucio Caracciolo. In questo contesto, per Gallo, “un aspetto primario è l’informazione e la comunicazione ai cittadini: se non condividono gli obiettivi, la tecnologia non basta”. Enel è comunque in prima fila nello sviluppo delle soluzioni impiantistiche e di information technology che consentiranno di gestire i centri urbani del futuro, con numerose sperimentazioni e applicazioni già in corso sia in Italia che in Spagna e America Latina.

Secondo Mauro Bonaretti, segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il punto è come superare gli ostacoli allo sviluppo delle smart cities in Italia: “La poca autonomia, l’assenza di priorità chiare, le soluzioni sviluppate in contesti diversi”. Per affrontare questi problemi “gli attori coinvolti sono tanti, ed è necessario che tutti partecipino”.

Anna Brogi, responsabile Sicurezza, Ambiente, Qualità ed Efficienza Energetica della Divisione Infrastrutture e Reti di Enel, ha ribadito che il punto focale è l’inclusione sociale, ma è fondamentale anche la tecnologia, a partire dal contatore elettronico, elemento abilitante delle smart cities.

Per John Rossant, presidente della Newcities Foundation, “le smart cities sono la combinazione virtuosa fra infrastrutture altamente sviluppate (l’hardware) e il software composto dalla cultura e dalla governance. Le infrastrutture tecnologiche sono necessarie ma non sufficienti: sono i cittadini a rendere viva una smart city”. Per l’Italia, Rossant ha evidenziato una grande opportunità: “Se c’è una cosa che da sempre gli italiani fanno meglio degli altri è l’ideare e realizzare città. L’Italia adesso deve sfruttare le esperienze passate per reinventare le città del futuro”.

A seguire, una tavola rotonda moderata da Lucio Caracciolo. Luigi Marras, direttore generale per la Mondializzazione e le Questioni Globali del Ministero degli Affari Esteri, ha declinato l’argomento in un’ottica di politica estera, sempre più legata alla sensibilità ambientale e alla capacità di affrontare le sfide quotidiane in campo sociale ed economico  oltre alle più tradizionali questioni strategiche.

Per Andrea Aparo Von Flüe, docente di strategie aziendali all’Università La Sapienza di Roma e al Politecnico di Milano, l’Italia, dopo aver perso grandi occasioni di sviluppo industriale, può adesso cogliere quella offerta dalle smart cities. Per questo serve una strategia condivisa, basata a sua volta su obiettivi chiari.

L’architetto Paolo Desideri ha spiegato come la storia della città moderna ha visto il privilegio delle infrastrutture, ma con le smart cities riemerge la necessità di valorizzare la società civile: oggi in Italia il problema è l’aggiornamento delle politiche più che delle infrastrutture.

Antonella Galdi, vicesegretario generale dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci), partendo dalla sfida delle città metropolitane è passata a esaminare gli scenari futuri. L’attenzione va messa sul ruolo della comunità: i cittadini devono prendersi cura del territorio e del bene comune.

Simona Vicari, sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico, ha concluso sottolineando l’impegno del governo per quanto riguarda il coordinamento dei progetti, e ha descritto le azioni previste, anche in rapporto ai finanziamenti europei, confermando che “le smart cities devono coniugare l’innovazione tecnologica e l’innovazione sociale: dobbiamo costruire città umanamente intelligenti. Per questo “è prioritaria una campagna informativa che raggiunga il pubblico più vasto, e sono quindi utili iniziative come quella di oggi”.

Enel, tecnologia e tariffe efficienti

efficienza_elettricit_1Un maggior uso dell’energia elettrica è lo strumento migliore per ridurre i costi e garantire più sicurezza energetica e sostenibilità ambientale.

L’elettricità è infatti la forma di energia più efficiente dal punto di vista sia economico che ambientale; tecnicamente, inoltre, ha un alto potenziale di sostituzione dei combustibili di importazione (gas e prodotti petroliferi, anche per autotrazione).

Sono già disponibili numerose elettrotecnologie che potrebbero già consentire un’incisiva azione di incremento dell’efficienza energetica nazionale. Nel recente convegno di Assoelettrica su Elettricità Futura (Roma 30 gennaio) è stato in particolare sottolineato il ruolo delle pompe di calore: una tecnologia matura che permette di ottenere risultati davvero rilevanti, soprattutto nei settori domestico e terziario, non solo in termini energetici e ambientali, ma anche di riduzione delle bollette per i consumatori.

La maggiore diffusione delle pompe di calore e delle altre elettrotecnologie efficienti è ancora frenata da diversi fattori tariffari, amministrativi, burocratici e fiscali. È importante intervenire con urgenza su tutti questi fronti, come peraltro l’Autorità per l’Energia sta iniziando a fare sul lato delle tariffe.

In Italia – caso unico tra i grandi Paesi europei – le tariffe elettriche per i clienti domestici sono ancora progressive: cioè all’aumentare dei consumi aumenta il costo unitario del kWh consumato.

L’Autorità per l’energia ha ora introdotto, in via sperimentale dal prossimo 1 luglio, una apposita tariffa non progressiva per i clienti domestici utilizzatori di pompe di calore, senza necessità di installare un secondo contatore. In questo modo – ha affermato al convegno di Assoelettrica Fabio Bulgarelli, Responsabile Regolamentazione e Antitrust di Enel – si eliminano alcune distorsioni tariffarie che penalizzano i clienti più bisognosi e si promuove la riduzione della tariffa come conseguenza dell’aumento della base imponibile per i costi fissi.

Ma favorendo l’utilizzo di tecnologie altamente efficienti, quali sono le pompe di calore, ne ricava un beneficio diretto non solo l’ambiente e il sistema Italia, ma anche il singolo consumatore, che può così ridurre la propria bolletta energetica per riscaldamento di quasi il 40% rispetto all’uso del gas.

Enel, un parco di generazione essenziale per il Paese

def_termoelettrico_sala_comA fine dicembre è stato messo a punto da Terna l’elenco degli impianti di produzione essenziali per la sicurezza del sistema elettrico nazionale nell’anno 2014.

Tale elenco, basato su specifiche delibere dell’Autorità per l’energia, comprende 13 centrali termoelettriche distribuite sul territorio nazionale, che sono considerate essenziali per garantire un adeguato servizio di dispacciamento. Si tratta cioè di impianti che risultano tecnicamente e strutturalmente indispensabili al mantenimento di adeguati livelli di sicurezza del sistema elettrico italiano, perché idonei, in caso di necessità, a far sì che Terna possa comunque garantire una opportuna gestione dei flussi di energia sulla rete di trasmissione nazionale (il cosiddetto dispacciamento, appunto).

Di queste centrali essenziali 5 sono di Enel Produzione. Inoltre Terna ha anche redatto un secondo elenco di impianti essenziali che però non sono connessi alla rete nazionale: in pratica centrali in esercizio nelle isole minori italiane. In questo caso, su 23 centrali totali, 10 sono di proprietà Enel Produzione.

Anche questo è un riscontro puntuale sull’efficienza e sull’importanza delparco di generazione elettrica di Enel, che comprende tutte le principali fonti e tecnologie energetiche, con l’unica eccezione (in Italia) del nucleare: carbone, olio, gas, cicli combinati e turbogas nel settore termoelettrico; idroelettrico, geotermico, biomasse, eolico e solare per quanto riguarda le rinnovabili.

In tutto sono 635 le centrali di generazione elettrica gestite da Enel in Italia: 43 impianti termoelettrici, 33 geotermici, 485 idroelettrici, 35 fotovoltaici e 39 eolici. La potenza installata ammonta a 39.947 MW, di cui oltre il 38% (15.224 MW) da centrali a fonti rinnovabili (dati provvisori al settembre 2013).

Nel complesso si tratta di una infrastruttura fondamentale per la sicurezza del Paese e per il suo sviluppo economico e sociale, che Enel è impegnata con investimenti ingenti a rendere sempre più sicura, competitiva e compatibile con l’ambiente. E anche sempre più innovativa, per adeguarsi al mutare delle esigenze della società, del sistema produttivo e dei singoli clienti, grazie ad un grande e costante impegno in ricerca e sviluppo tecnologico. Un settore, quest’ultimo, nel quale Enel è un leader non solo in Italia ma a livello globale, in particolare per lo sviluppo di tecnologie più efficienti e a basso impatto ambientale.

 

Enel per un carbone sempre più sostenibile

carbone_pvsIl carbone è la prima fonte di elettricità al mondo. E il suo consumo è destinato a crescere, soprattutto nei Paesi dell’Est e del Sud del mondo. Già oggi, la Cina da sola copre più di metà dei consumi mondiali, e i Paesi in via di sviluppo nel loro complesso arrivano al 71,8%: i Paesi industrializzati dell’Ocse si fermano al 28,2.

Secondo le previsioni, questo fenomeno sarà sempre più marcato: la crescita dei Paesi emergenti comporta un forte aumento della domanda di energia, e il carbone è quasi sempre la fonte più economica e più disponibile.

In questa ottica, l’uso del carbone è in linea con uno dei principali obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite: i cosiddetti “obiettivi del Millennio”, cioè  l’accesso all’energia per tutti, anche per quanti (non meno di 1,2 miliardi di persone) ancora oggi non possono nemmeno accendere una singola lampadina, perché non hanno accesso all’elettricità.

D’altra parte, un altro degli “obiettivi del Millennio” punta a controllare il riscaldamento globale, prevalentemente attraverso la riduzione le emissioni di gas serra.

Due obiettivi ugualmente importanti, dunque, che devono necessariamente trovare un equilibrio: da un latoil carbone gioca in favore della sostenibilità sociale, dall’altro occorre migliorare la sua sostenibilità ambientale.

La soluzione non può venire che dall’innovazione. E, infatti, in tutto il mondo un gran numero di ricercatori è al lavoro su nuove tecnologie per un utilizzo pulito del carbone.

Il gruppo Enel è in prima fila in questa direzione: gli impianti di Civitavecchia e Brindisi in Italia, e quello di Compostilla in Spagna, sono all’avanguardia per quanto riguarda l’uso più efficiente (e quindi più ecosostenibile) del carbone e la riduzione delle emissioni. A conferma del valore di queste sperimentazioni, Enel ha firmato un accordo per esportare le proprie tecnologie per il carbone pulito in Cina: uno dei Paesi che ne avrà più bisogno.

Enel e la sfida dell’innovazione verde

co2_arcobaleno36.000 MW di potenza, pari a circa il 37% della capacità complessiva del parco di generazione elettrica, che hanno fornito nel 2012 oltre 81 miliardi di kWh evitando l’emissione in atmosfera di circa 60 milioni di tonnellate di CO2.

Sono questi i numeri salienti della generazione “verde” del Gruppo Enel, un settore dove le attività rivolte all’efficienza e all’innovazione acquistano valore del tutto particolare, andando ad incrementare e a migliorare la sostenibilità del sistema energetico.

Enel Green Power è la società del Gruppo dedicata allo sviluppo e alla gestione degli impianti a fonti rinnovabili (con l’eccezione delle grandi centrali idroelettriche), con attività di ricerca e dimostrazione che si avvalgano anche della grande esperienza di Enel Ingegneria e Innovazione.

Nel 2012 l’impegno di EGP per l’innovazione di tecnologie rinnovabili è stato di circa 12 milioni di euro, in notevole crescita rispetto ai 25 milioni del triennio 2009-2011.

Il complesso di queste attività è articolato lungo tre direttrici:

►  il miglioramento delle performance di tutte le tecnologie dove EGP è tradizionalmente presente

►  l’integrazione dell’impiego delle risorse rinnovabili in ambienti fortemente antropizzati

►  lo sviluppo e utilizzo di nuove risorse rinnovabili

In particolare, circa il miglioramento delle prestazioni, nel 2012 sono proseguite  le attività di affinamento dei modelli di previsione della producibilità a breve termine degli impianti eolici. Nel settore idroelettrico sono state sviluppate nuove soluzioni in grado di ottimizzare i rilasci dovuti per il “deflusso minimo vitale”.

Grande rilevanza hanno assunto anche le attività condotte nel campo della generazione geotermica dove lo sforzo maggiore è stato rivolto allo sfruttamento delle risorse a bassa entalpia, nonché quelle sviluppate in materia di integrazione di più tecnologie (ibridizzazione). Senza dimenticare le esperienze per la realizzazione della prima centrale elettrica a energia marina d’Italia, in corso nei mari della Toscana.

Enel per la Cybersecurity

open_dataGenerare e distribuire elettricità in un Paese industrializzato prevede sistemi industriali, impianti e reti di estrema complessità tecnologica ed enorme dimensione.

Si deve garantire in modo coordinato, programmato, affidabile e competitivo il lavoro di centinaia di grandi centrali elettriche, di milioni di centraline di generazione distribuita e di cabine di trasformazione, di milioni di km di linee elettriche e di un numero molto maggiore di apparati elettrici ed elettronici vari.

Questa complessità è inoltre in ulteriore aumento, man mano che aumenta il numero degli impianti connessi e che l’evoluzione tecnologica impone di modificarne la gestione e di innovarne le tecnologie.

Ma un sistema che diventa sempre più complesso, sempre più grande e sempre più integrato rischia di diventare anche meno sicuro. Per esempio a causa di attacchi informatici che – teoricamente –potrebbero minacciare impianti, processi e dati.

Enel è consapevole dell’importanza della Cyber-security: da tempo investe intelligenza e risorse per garantire il massimo di sicurezza ai propri sistemi di telecontrollo.

In particolare, a Livorno, nel laboratorio di Cybersecurity realizzato dalla Ricerca di Enel e coordinato da Daniela Pestonesi, si lavora per replicare in scala una reale architettura d’impianto: dal controllore logico programmabile (PLC) alle reti Intranet e Internet, con tanto di firewall, connessioni, switch e server. In questo modo, afferma Pestonesi “possiamo studiare tutte le effettive vulnerabilità della nostra architettura d’impianto, cercando le contromisure migliori per la sicurezza”.

Il laboratorio di Livorno lavora in stretta collaborazione con altre Divisioni del Gruppo (in particolare Corporate Security, ICT e Generazione), con aziende leader nel settore informatico e con Università.

“Il nostro prossimo obiettivo – conclude Pestonesi – è quello di creare una vera e propria micro rete, piccola ma completa di tutto: sistemi di accumulo dell’energia, impianti a fonti rinnovabili, consumatori e produttori, in modo da simulare gli attacchi informatici e capire qual è la reale robustezza dei sistemi e protocolli standard utilizzati”.

Enel: smart grids opportunità per le imprese

smartgrids_lavoroIl mercato è in forte crescita: secondo le stime del Worldwatch Institute nel 2012 gli investimenti hanno quasi raggiunto i 14  miliardi di dollari nel mondo, con un aumento del 7% sull’anno precedente. Al primo posto ci sono ancora gli USA, nonostante il brusco rallentamento subito nel corso dell’anno, mentre guadagnano posizioni l’Unione Europea e, in modo accelerato, Cina, Giappone e Corea del Sud.

Stiamo parlando delle reti intelligenti (Smart Grids), sulle quali è ormai aperta una partita decisiva per la sostenibilità futura del settore energetico.  Le nuove tecnologie smart sono infatti chiamate ad integrare il contributo crescente dell’energia fornita dalla generazione distribuita e dalle fonti rinnovabili non programmabili oltre che ad accrescere la sicurezza e l’efficienza del settore elettrico nel suo complesso.

E a questo scenario l’Italia partecipa in prima fila, grazie soprattutto alla ricerca e alle attività che Enel sta svolgendo nel settore.

L’impegno rivolto allo sviluppo delle Smart Grid è stato ribadito dal Piano di investimenti del Gruppo, che Enel Distribuzione ha recentemente presentato alle imprese fornitrici di settore, rappresentate da Confindustria ANIE.

Pur in presenza di una flessione della domanda di energia e di una riduzione del mercato della generazione diffusa da fonti rinnovabili, il Piano di investimenti di Enel conferma le direttrici di sviluppo per il mantenimento della rete ed il rinnovo tecnologico con un investimento complessivo per il 2013 di 1.100 milioni di euro.

Particolare attenzione viene rivolta proprio ai progetti di implementazione delle reti elettrichedotate di contenuto tecnologico innovativo per la gestione dei flussi, sulle quali Enel Distribuzione ha effettuato importanti test anche nel 2012, a testimonianza della valenza strategica che viene attribuita al nuovo mercato energetico che si sta delineando e che offre grandi opportunità al sistema  delle imprese nazionali.

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