Enel, quando l’innovazione è a misura d’ambiente
Agosto non è stato un mese di vacanza per operatori e ingegneri della centrale Enel di Brindisi. Il periodo estivo è stato infatti tutto dedicato alle prove tecniche dei nuovi carbonili destinati a entrare a breve in funzione alla Federico II compiendo così il percorso dell’opera da 150 milioni di euro che poterà l’impianto termoelettrico pugliese ad aumentare ulteriormente in efficienza e sostenibilità ambientale.
I dome di Brindisi sono il simbolo di un continuo processo di sviluppo nel segno dell’ambiente e dell’efficienza energetica che Enel porta avanti con tutte le tecnologie nel suo portafoglio. Insieme alle innovazioni introdotte nel campo delle rinnovabili – le più recenti in Italia vengono dalla geotermia, con l’inaugurazione della centrale ibrida di Cornia 2 e dell’impianto di perforazione HH300, e da solare ed eolico, con gli impianti che integrano sistemi di storage a Catania e Potenza Pietragalla – sono tante anche le nuove tecnologie e soluzioni che caratterizzano il parco di generazione termoelettrica di Enel e dall’Italia vengono esportati anche all’estero.
Lo sviluppo dell’efficienza degli impianti tradizionali è un elemento portante della nuova visione di Enel che ha avviato un ampio programma di revisione dei suoi asset per valutarne competitività e sostenibilità. Insieme al progetto Futur-E per la destinazione a nuovo uso di 23 centrali termoelettriche italiane, l’azienda ha infatti continuato il suo percorso di implementazione delle migliori soluzioni per l’ambientalizzazione degli impianti alimentati con combustibili fossili. Dal nuovo gruppo a turbogas della centrale di Porto Empedocle in Sicilia ai dome di Brindisi sono numerose gli esempi di interventi che permettono al parco impianti di Enel di offrire performance sempre più elevate ed efficienti.
Il know how di Enel in Italia in fatto di soluzione per l’ambientalizzazione degli impianti termoelettrici è un patrimonio che il Gruppo utilizza anche negli altri Paesi del mondo dove sono in esercizio suoi impianti tradizionali. Anche in questa diffusione delle best practice gli esempi sono molteplici. Tra i più recenti si può citare l’implementazione dei nuovi sistemi per la depolverizzazione dei fumi con filtri a manica nella unità della centrale di Reftinsky negli Urali: una vera e propria rivoluzione copernicana per l’intero settore termoelettrico della Russia che mai sino a prima aveva avuto a disposizione nei suoi impianti soluzioni in grado di ridurre del 99,9% le emissioni di ceneri per un equivalente di oltre 10mila tonnellate l’anno.