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Molto più di una rete elettrica: le smart grids di Enel

come-funzionano_eng_465È una parola magica, riscuote sempre più successo e viene tradotta in tanti modi: risparmio, guadagno, efficienza, affari. Governi e società di consulenza internazionali la usano per dimostrare che esiste già una strada per uscire dalla crisi e rivitalizzare l’economia, ridurre gli sprechi nei servizi pubblico rilanciare il comparto manifatturiero.

La parola magica è Big Data, un termine tanto altisonante quanto enigmatico usato per sintetizzare in sette lettere quell’immenso patrimonio di informazioni che ogni giorno singole persone, istituzioni e aziende contribuiscono a produrre semplicemente vivendo, lavorando e producendo.

Le abitudini di consumo, i flussi di energia, gli andamenti del mercato e gli effetti dell’attività umana sull’ambiente oggi sono rappresentabili da aggregazioni di dati attraverso i quali è possibile rilevare l’apprezzamento dell’ultimo smartphone messo in commercio o il funzionamento di una rete elettrica di montagna, l’efficienza di un reparto di ospedale o l’impatto ambientale di una nuova strada.

Raccogliere, analizzare e capitalizzare i Big Data è una delle sfide più affascinanti e complesse alla quale è chiamata la nostra società che quelle informazioni produce e da esse può trarre indicazioni decisive per un futuro sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale.

Le smart grid sono un’autostrada di Big Data. Dalle infromazioni veicolate dai network intelligenti si possono ricavare indicazioni per ridurre i consumi e i costi, aumentare l’efficienza, migliorare il servizio e le offerte, accrescere la sostenibilità degli impianti come delle abitazioni e sviluppare sistemi di generazione distribuita efficaci.

 

L’avvento delle smart grid sta straformando le utility elettriche in imprese data-driven, cioè guidate dai dati. E allo stesso tempo sta completando la trasformazione dei consumatori da semplici utenti in prosumer, produttori e consumatori di energia che chiedono alle utility soluzioni e servizi e non più solo offerte e contratti.

Enel, crescono gli acquisti green

green_procurementOgni prodotto, ogni servizio comporta un impatto ambientale che si manifesta per tutto il suo ciclo di vita, interessando in successione le fasi di progettazione, produzione, consumo e smaltimento.

Migliorare le prestazioni ambientali di un prodotto o servizio, dunque, non significa ridurne l’impatto in intero ciclo produttivo e industriale, non  solo nell’ultima e più evidente fase di utilizzo.

Tra gli strumenti volontari da mettere in campo per ridurre gli impatti sull’ambiente e sulla salute dei processi produttivi, il Green Procurement è uno di quelli di maggiore efficacia e utilità. Si tratta infatti di scegliere e acquistare i prodotti e serviziprogettati e realizzati secondo più stringenti criteri di efficienza ambientale, tra i molti alternativi che assolvono la stessa funzione.

In questo modo si migliora sostanzialmente la propria “impronta ambientale” , ma più in generale si premiano anche la produzione e il consumo responsabile nei confronti dell’ambiente, incoraggiando la crescita di un mercato “verde” funzionale all’obiettivo di risparmiare risorse preziose come acqua, energia e materie prime.

Il Gruppo Enel ha adottato il  Green Procurement per i propri acquisti fin dal 2007: un ulteriore modo per incrementare il valore ambientale delle proprie prestazioni, ma anche per testimoniare la coerenza delle politiche aziendali di sostenibilità.

Il percorso compiuto evidenzia con chiarezza l’impegno di Enel nel settore, attraverso un aumento progressivo e consistente degli acquisti di beni e servizi “green”.

Nel 2012 il totale contrattualizzato degli acquisti “green” è arrivato a coprire il 30% della spesa dedicata agli acquisti, contro il 22,5% dell’anno precedente, che aveva a sua volta raddoppiato il valore del 2010.

Enel per un uso sempre più efficiente e sostenibile del carbone

carbone_efficiente_enel-2Il carbone è tutt’oggi la fonte di energia più usata per soddisfare la domanda mondiale di elettricità. Il suo utilizzo è inoltre destinato a crescere ulteriormente nei prossimi decenni. Per questo le innovazioni tecnologiche mirate ad aumentare l’efficienza e a ridurre l’impatto ambientale delle centrali a carbone hanno un importante valore strategico per il settore energetico a livello globale.

E non solo per gli aspetti economici, per quelli di sicurezza degli approvvigionamenti e di contenimento delle emissioni, ma anche per l’integrazione della produzione elettrica generata in modo crescente da fonti rinnovabili non programmabili, come il sole e il vento.

Si tratta di un processo di integrazione che è una delle priorità delle politiche energetiche dell’Unione Europa, in relazione all’assoluta necessità di gestire le reti elettriche nelle migliori condizioni di sicurezza e di equilibrio.

La leadership che Enel detiene in questo campo riguarda tanto la realizzazione di centrali ad elevata efficienza, quanto i progressi compiuti verso l’obiettivo di impianti a zero emissioni, per esempio con lo sviluppo di tecnologie CCS (Carbon Capture and Storage), cioè di cattura e sequestro geologico della CO2.

In relazione al primo aspetto, la centrale di Torrevaldaliga Nord (Civitavecchia) rappresenta uno degli esempi più avanzati al mondo dei livelli di efficienza e di contenimento dell’impatto ambientale che è oggi possibile raggiungere con un impianto a carbone.

Riguardo al secondo aspetto, l’entrata in esercizio a Brindisi del primo impianto italiano di CCS ha già consegnato ad Enel un primato su scala europea.

Rendere sempre più ridotto l’impatto ambientale del carbone è però una sfida che non può conoscere limiti. Enel ne è ben consapevole, come dimostra l’impegno profuso nelle attività di ricerca anche in ambito internazionale. Ne è solo un esempio la partecipazione ai programmi europei (MacPlus in Spagna ed Encio, coordinato dall’Area di Ricerca Enel di Pisa) per l’ulteriore sviluppo della tecnologia ultrasupercritica, che riveste importanza decisiva per l’ulteriore efficientamento degli impianti a carbone e per accelerare gli sviluppi delle tecnologie CCS.

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